
La nonna Tanja è una funzionaria statale in pensione che ha l’abitudine di nascondere le letture proibite dal regime dietro romanzi e raccolte di poesie consigliate dallo stato maggiore dell’Urss, l’Unione Sovietica. Il nipote lo sa bene e per questo trascorre parte del suo tempo a ricostruire quella biblioteca dell’innominabile. E proprio nelle pieghe di un normale libro, quello delle poesie scritte dal poeta Kostantin Simonov, sei volte vincitore del Premio Stalin, la nonna Tanja conserva il suo diario segreto, redatto con precisione, come solo poteva fare chi aveva lavorato nel ramo dell’editoria. Finché il giovane nipote ne viene in possesso e comincia a leggerlo avidamente per risalire alle origini della sua famiglia. Così, mentre il padre incuriosito si limita a tracciarne l’albero genealogico ed a verificarne luoghi e città citate, il giovane ragazzo scopre piano piano le sue radici. C’è però qualcosa che non quadra, c’è qualcosa che viene omesso ed è strano perché il resoconto della nonna è preciso, accurato, perfino asettico, nello stile tipico delle funzionarie di Stato. Perché poco, se non nulla, si dice del nonno Michail? Perché la nonna ha omesso i particolari della vita del nonno, l’uomo che il ragazzo non ha mai conosciuto ma da cui è nato suo padre? Ci deve essere qualcosa di sinistro e sbagliato nella vita del nonno, se Tanja ha deciso di farlo fuori dal romanzo, di nasconderne e disperderne le tracce. Inizia così l’avventura del “Cacciatore”, alla ricerca della storia di suo nonno...
Sergej Lebedev è giornalista, geologo e scrittore noto per i suoi scavi nella Russia sovietica, fotografata magistralmente nel romanzo al gulag, Il confine dell’oblio, pubblicato sempre da Keller nel 2018. Nel 1991, anno in cui è ambientato il libro, aveva solo dieci anni, quindi l’eco delle tensioni e dei tentativi di golpe per spodestare Michail Gorbačëv sono per lui lontani e vissuti con la scarsa consapevolezza dell’infanzia. Eppure Gente d’agosto riesce a ricostruire, grazie ai ricordi di famiglia, le sensazioni precise di un popolo impegnato in una seconda rivoluzione, dopo la perestrojka vissuta dalla Russia post- sovietica. La ricerca del nonno Michail permette infatti al protagonista di ripercorrere l’anima più cupa e nera della Russia, attraverso storie di ricatti, di tradimenti, di avidità, di violenza e di orrori. Sono gli anni che segnano il lento sfacelo, morale, politico ed economico dell’Unione Sovietica. Ne esce un quadro impietoso di un Paese segnato da ingiustizie e confini di sangue. Scritto con uno stile al limite del romanzo noir, è invece un affresco realista che spinge il lettore in un inferno di dolore.