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Giorni terribili

Giorni terribili

È domenica. Tom e Sandy sono nella loro casa al mare, si stanno preparando per un pranzo in spiaggia con amici e per l’arrivo del fratello di Tom. Sandy è al telefono con l’amica Sara, la quale le dice che Susie è preoccupata che il marito abbia una relazione con un altro uomo, mentre il marito Tom, chirurgo plastico, è in bagno a iniettarsi un po’ di botox qua e là... Vertice sui genocidi. Si incontrano al ritiro dei bagagli dell’aeroporto: lei è una scrittrice provocatoria, ebrea praticante e bisessuale; lui un giornalista inviato di guerra. Non si vedevamo da molto tempo, e ora si ritrovano lì, lei con una relazione turbolenta in corso, lui con un matrimonio alle spalle, ma accomunati dall’essere testimoni del dolore altrui... Cheryl è nella piscina di casa sua, nella periferia di Los Angeles, su una sdraio; Walter la raggiunge e si stende sul lettino accanto all’amica. Sono cresciuti insieme, per questo conoscono reciprocamente i loro corpi, nonostante non siano mai stati intimi. Lui prima di ogni altro ha visto il suo naso e il suo seno rifatti e adesso le sfiora il nuovo tatuaggio. Cheryl è stata la prima a vedere il nuovo mento dell’amico e adesso ammira l’ultimo piercing sulla sua lingua. Mentre il cerone che copre i segni dell’acne adolescenziale di Walter si scioglie, i due iniziano le loro confidenze... Chat room sulle cocorite. È una normalissima chat dove gli utenti si scambiano consigli sui loro amici pennuti, finché non entrano Grace, una problematica adolescente di New York, e Matthew Rose, alias ArMyRose, un soldato artificiere che scrive dalle zone di guerra. Sebbene all’inizio gli utenti siano infastiditi dalla loro corrispondenza fuori tema, le strane vite dei due iniziano a intrigare anche i più fanatici delle cocorite...

Tramite dodici racconti, Giorni terribili narra di vite, relazioni ed esistenze uniche e allo stesso tempo universali. Ormai siamo abituati alla scrittura dissacrante della scrittrice americana, esponente della letteratura postmoderna, e in questa sua ultima fatica editoriale mostra, con il suo solito acume, un’umanità ferita e malata. Nel testo vengono raccontati spaccati di vita in bilico tra il paradossale e la verosimiglianza. La particolarità della prosa della Homes sta proprio nel far credere totalmente normali situazioni che sfiorano l’assurdo: sia che si tratti di un uomo che entra in un supermercato per fare la spesa e ne esce con una candidatura a presidente degli Stati Uniti, sia che si parli di una ragazza costretta a tornare dal campeggio perché i suoi genitori sono entrambi in coma, l’universo dipintoci dalla Homes è un equilibrio perfetto tra quelli che sono eventi assolutamente improbabili e la plausibilità dei fatti stessi. Nonostante la brevità dei racconti (alcuni addirittura di una manciata di pagine) i personaggi acquisiscono una tridimensionalità spesso difficile da rintracciare in opere tanto concise: ogni costruzione caratteriale ci dà la sensazione di aver scoperto un pezzo delle esistenze (e delle essenze) dei personaggi e che questi ultimi continueranno a vivere le loro vite anche dopo quelle poche pagine di svelamento. Ma soprattutto si resta con la sensazione di aver colto parti della complessa e varia umanità e, come dice l’autrice, di aver capito un po’ di più il mondo.