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Girls who code ‒ Un’amicizia in codice

Girls who code ‒ Un’amicizia in codice

Lucy nutre grandi aspettative per il club di coding a cui si è iscritta perché spera di poter realizzare il suo grande progetto: creare un’applicazione che aiuti zio Mickey, malato di cancro, a ricordarsi di prendere tutte le medicine. Ma il corso si rivela una delusione: prosegue molto a rilento e alla fine della prima lezione Lucy ha imparato solo come si fa un panino al burro di arachidi e marmellata! Decisamente non è per niente soddisfatta del metodo di insegnamento. Come fare per imparare più in fretta? A nulla serve cercare aiuto in Alex, il fratello maggiore esperto di programmazione, troppo occupato con la sua nuova ragazza e l’università. La soluzione arriva improvvisa e misteriosa, tramite una busta gialla che Lucy trova attaccata al suo armadietto e nella quale trova delle incomprensibili istruzioni. Gli strani messaggi continuano per tutta la settimana e portano Lucy e le sue amiche e compagne di corso Maya, Erin e Sophia a cercare di far luce su questo mistero informatico. Nel corso della settimana le quattro ragazze imparano molto sulla programmazione. Ma chi è il misterioso ideatore dei messaggi e come fa a conoscere così bene le loro abitudini?

Girls who code è un movimento fondato da Reshma Saujani, prima donna americana di origine sud-asiatica candidata al Congresso, che vuole aiutare le ragazze dalle scuole secondarie in poi a fare “coding”, cioè a dire a un computer cosa deve fare dandogli le istruzioni in un linguaggio che lo strumento possa comprendere. Fare programmazione diventa un modo per socializzare, divertirsi e costruire qualcosa di utile. Un’amicizia in codice è il primo episodio di una serie, pubblicata in Italia dalla casa editrice Il Castoro, che ha come protagonista Lucy e il club di coding; avventure che raccontano non solo di coding ma anche di argomenti legati all’adolescenza come la scuola, l’amicizia e la famiglia. La storia incuriosirà i lettori appassionati di tecnologia e computer, ma il linguaggio semplice e il piccolo mistero dei messaggi da risolvere cattureranno anche chi non è particolarmente interessato all’argomento. All’interno del racconto vengono spiegate alcune basi della programmazione, e al posto delle illustrazioni ci sono le chat che abitualmente i ragazzi usano per comunicare. Il coding è un po’ la metafora della crescita; è un linguaggio che necessita di pazienza, impegno e un pizzico di coraggio e condividerlo con gli amici è sicuramente più divertente e istruttivo.