Salta al contenuto principale

Giuda - Il tradimento fedele

giudailtradimentofedele

Giuda e Gesù Cristo. Morti entrambi per mezzo del legno, il primo impiccato da suicida e il secondo crocifisso. Disperazione e glorificazione. Uniti da una predestinazione superiore: l’uno tradire, l’altro essere tradito. L’analisi delle sacre scritture, oltre a ciò che può essere oggettivamente dedotto dalla loro lettura, in chiave spirituale o puramente letteraria, porta a numerose possibilità di interpretazione suggerite dalla simbologia. Tradire e consegnare, conseguenza l’una dell’altra azione, fanno emergere nei testi evangelici il concetto di abiezione, condizione spirituale di accettazione della propria miseria difronte a Dio. Essa ha come inevitabile risultato in Giuda il tradimento, la disperazione ed il suicidio. La colpa di Giuda è la stessa che ogni essere umano ha nei confronti del prossimo, rendendolo quindi l’individuo più miseramente umano delle scritture evangeliche. Voltare le spalle, condannare ed implorare perdono sono un riassunto accurato non solo del popolo d’Israele, ma dell’intera umanità. Quello dell’assolvere dai peccati è il connotato sul quale si basa il perdono di Dio, negatogli da Giuda con il suo suicidio. Il tradimento è l’origine della dannazione e l’origine di quest’ultima è un disegno della mano di Dio dalla quale Giuda, Gesù, gli apostoli e l’intera umanità non si possono sottrarre. Tale predestinazione pone il traditore sotto una nuova chiave di lettura, quella dell’eletto. Scelto da Dio per portare a compimento il suo volere, esercitando la libertà umana di scagliarsi contro il proprio Salvatore, uccidendolo in croce e permettendogli, in questo modo, di risorgere…

Gustavo Zagrebelsky, giudice della Corte costituzionale e insegnante di diritto costituzionale all’Università di Torino, vanta la stesura di saggi quali Il diritto mite, Intorno alla legge e Diritto allo specchio. Il concetto di giustizia e lo stravolgimento di ciò che appare giusto o sbagliato sono temi che ricorrono nei saggi di Zagrebelsky e, in particolar modo, nella brillante discussione a due voci Giuda - il tradimento fedele con Gabriella Caramore, autrice della trasmissione di cultura religiosa di Radio 3 Uomini e Profeti. Il primo spunto di riflessione emerso dal confronto è l’accostamento di Giuda al genere umano. A sostegno della similitudine, Zagrebelsky descrive il traditore di Cristo come lo specchio dell’umanità, immagine di noi stessi dalla quale non ci possiamo sottrarre. Lo studio dei testi apostolici di Matteo e Giovanni fa emergere come Gesù fosse pienamente consapevole dell’imminente tradimento di Giuda e che, nonostante ciò, non abbia mai tentato l’allontanamento di quest’ultimo. Egli era predestinato a tradirlo, come l’intera umanità. Una profonda analisi sulla predestinazione di Giuda viene proposta da Karl Barth nella Dottrina dell’elezione divina e da Herbert Krosney nel suo studio del Vangelo di Giuda. Con tali fonti, il ruolo dell’apostolo peccatore si ribalta, esaltandolo come servitore fedele che, rinunciando al proprio perdono, ha permesso a Gesù di essere riconosciuto dal popolo di Israele come salvatore. La brillante conversazione tra Zagrebelsky e Gabriella Caramore prende vita nel corso delle pagine, facendo nascere riflessioni sempre più approfondite. L’elevazione di Giuda al più fedele degli apostoli proprio per aver compiuto il suo destino è una posizione coraggiosa e l’acutezza con la quale viene sostenuta non può che interessare, spingendo il lettore stesso a riflettere egli stesso.