
Irie Fuyuko trascorre la sua vita in silenzio. Raramente abbandona le mura del suo sepolcrale appartamento. Per tre anni ha lavorato come editor in una piccola casa editrice indipendente e ciò è bastato per saturare la sua pazienza nei confronti della socialità. Dopo un numero dimenticato di inviti declinati, i colleghi hanno smesso di tentare, preferendo parlare di lei piuttosto che insieme a lei. Vi sono rapporti personali che, tuttavia, hanno diversa natura. Il primo incontro che ringrazia di aver fatto è quello con Hijiri. Grazie a lei, o meglio sotto sue direttive, ha abbandonato la casa editrice a favore di un impiego da editor freelance: mansione perfettamente adatta ad essere svolta da casa, in silenzio e solitudine. Con Hijiri si è creato un rapporto quasi d’amicizia. Per Fuyuko è semplice intrattenerlo: è l’amica a scegliere quando vedersi, in quale luogo e gli argomenti da trattare. Il suo potere decisionale ha dell’incredibile. Qual è stata l’ultima volta che Fuyuko ha scelto qualcosa per sé stessa? Non lo ricorda. Persino la prima volta che ha fatto sesso non lo ha scelto: è solo rimasta ferma quel tanto che bastava a permettere l’atto. Le donazioni del sangue? Nemmeno. Solitamente i prelievi avvengono quando, fuori dai centri commerciali, incontra i gruppi di donatori che la invitano a diventare una di loro. Se le dicono che il suo gruppo sanguigno è proprio quello che scarseggia, non è in grado di astenersi. Non sa dire no, eppure non sa nemmeno dire sì. Poco le importa. Il secondo incontro che ringrazia è quello con Mitsusuko. Un giorno, ubriaca del sake che la accompagna sempre da dentro la borsa, lo ha conosciuto. Un uomo misterioso, sfuggente, gentile che sembra aver deciso di non lasciarsi ingannare dal mondo. Esso è un groviglio di segreti meravigliosi che Mitsusuko, insegnante di fisica, vuole rivelare. La vita di Fuyuko sembra essere stata risvegliata dalla letargia. Tutto riaffiora: l’amore, la speranza e, di conseguenza, il rimpianto di ciò che non ha saputo essere...
Mieko Kawakami, nata a Ōsaka, è l’autrice del bestseller internazionale Seni e uova e di Heaven, selezionato nella shortlist dell'International Booker Prize 2022. È tra le autrici favorite del compatriotta Murakami Haruki, con il quale condivide uno stile narrativo più affine ai gusti e agli stilemi letterari dell’Occidente che dell’Oriente, cosa che pone entrambi tra gli autori nipponici più internazionali. Sembra quasi impossibile dirlo, ma nei loro romanzi spesso mancano i gatti, i dorayaki e le minuscole librerie magiche che vanno tanto di moda oggi. Le tematiche che l’autrice preferisce toccare sono decisamente più ampie. Il corpo femminile, la condizione politica, economica e sociale che le donne, giapponesi e no, rivestono nel mondo ed il valore etico della modernità le si addicono decisamente di più. Ne Gli amanti della notte, la sua ultima fatica, tutto ciò non viene certo a mancare. Con la sua scrittura limpida, intima ma non pregna di lirismo, converge nella vita di Fuyuko tutto ciò in cui lei crede. La protagonista è una vera e propria inetta, incapace di vivere non solo in società, ma anche con sé stessa. Perennemente brilla, è a digiuno di un mondo verso il quale non nutre il minimo appetito. Hijiri, sua unica amica, ne ha una fame vorace e Mitsusuko, invece, lo assapora a piccoli morsi, gustandone il sapore fino a consumarlo. Hijiri è l’azione. Dalla sua bocca escono pochi ragionamenti, ma tante sentenze vividamente espresse. Si indigna quando una donna guadagna meno di un uomo o quando è costretta a lavorare 15 ore al giorno. Desidera poter avere una relazione con un uomo senza che lui le chieda figli o senza cedere al canone sociale del matrimonio. Mitsusuko è invece il rappresentante della consapevolezza di sé e del mondo. Sembrano essere i personaggi secondari i veri protagonisti della storia di Fuyuko. Per uscire dal proprio buio e donarsi alla luce è necessario rivelare di che cosa essa sia fatta. Solo così si può comprendere che, nelle tenebre, essa risalta ancor di più. Un romanzo meraviglioso e toccante che accetta la tristezza e, con un po’ di volontà, aiuta ad attenuarla.