
Robera è un bambino etiope nato in Sudan nella città che significa proboscide di elefante, Karthum. È venuto al mondo in quella città gialla come il deserto che la circonda perché i suoi genitori appartengono al gruppo etnico degli oromi e, spesso, si sono visti costretti a viaggiare in tanti altri paesi per trovare gli “amici nascosti”, persone disponibili e dall’animo buono, persone come loro, persone per le quali basta un semplice sguardo per riconoscersi in qualunque posto si trovino. Robera e sua madre Taiba, tra i tanti viaggi che vestono sempre gli abiti di una fuga hanno fatto anche quello tormentato via mare verso l’Italia prima di stabilirsi definitivamente in Norvegia…
Cecilia Bartoli nella sua attività di psicoterapeuta all’interno dell’associazione romana Asinitas ha conosciuto Robera, un bimbo etiope figlio di perseguitati politici. Tra le tante storie che la Bartoli ha ascoltato negli anni quella di Robera si è imposta tenacemente, non ammettendo di rimanere relegata in silenzio tra i suoi appunti, quasi dimenandosi per saltar fuori: è così che è nato questo piccolo libro che racconta, appunto, con gli occhi e la semplicità di un bambino, vicende tragiche e tristemente attuali che, a tratti, assumono il colore di una favola anche grazie al lieto fine tanto sospirato che è, in fondo per il bimbo etiope e i suoi genitori, solo il desiderio di una vita normale, del riconoscimento di diritti che dovrebbero essere naturali, di un briciolo di serenità. Il racconto, pubblicato nella collana Gli anni in tasca - come il famoso film di François Truffaut del 1976, che ha come obiettivo quello di offrire al lettore storie autobiografiche di infanzie e adolescenze - è accompagnato dalle illustrazioni, tutte in bianco e nero, di Guido Scarabottolo che danno un valore aggiunto a una storia già toccante e tenera.
Cecilia Bartoli nella sua attività di psicoterapeuta all’interno dell’associazione romana Asinitas ha conosciuto Robera, un bimbo etiope figlio di perseguitati politici. Tra le tante storie che la Bartoli ha ascoltato negli anni quella di Robera si è imposta tenacemente, non ammettendo di rimanere relegata in silenzio tra i suoi appunti, quasi dimenandosi per saltar fuori: è così che è nato questo piccolo libro che racconta, appunto, con gli occhi e la semplicità di un bambino, vicende tragiche e tristemente attuali che, a tratti, assumono il colore di una favola anche grazie al lieto fine tanto sospirato che è, in fondo per il bimbo etiope e i suoi genitori, solo il desiderio di una vita normale, del riconoscimento di diritti che dovrebbero essere naturali, di un briciolo di serenità. Il racconto, pubblicato nella collana Gli anni in tasca - come il famoso film di François Truffaut del 1976, che ha come obiettivo quello di offrire al lettore storie autobiografiche di infanzie e adolescenze - è accompagnato dalle illustrazioni, tutte in bianco e nero, di Guido Scarabottolo che danno un valore aggiunto a una storia già toccante e tenera.