
Milano, anni Cinquanta. Alessandra vive con il fratello Giorgio, la madre Gabriella e il papà Nino a Milano, in una grande casa piena di gente. Ci sono infatti anche il nonno Alfredo e la nonna Egle, oltre alla zia Antonia e alla Tata Rosa. Da ultimo, il fratello di Nino, Giorgio, che di fatto non vive in quella casa, ma ha lì il proprio studio. Avvocato prima e senatore della Repubblica per il Partito Socialista Italiano dopo, Giorgio ha spesso discussioni accese non solo con politici con idee radicalmente opposte alle sue, ma anche con gli stessi compagni di partito e soprattutto con il padre, che inizialmente non vede di buon occhio l’ingresso in politica del figlio. Al contrario Nino è un uomo silenzioso e pacifico, un architetto che fatica a guadagnare e a mantenere la sua famiglia, in quanto alterna periodi bui a rari momenti di lavoro che portano entrate più cospicue del solito, le quali puntualmente vengono spese, contrariamente ai suggerimenti della moglie, anche se per il benessere familiare. Alessandra, soprannominata Mimma dalla famiglia, è una bambina goffa con qualche difficoltà di apprendimento; riesce però a raggiungere ottimi risultati alle medie, accompagnati da un sano interesse per le lingue straniere e in generale da una gran voglia di apprendere e conoscere. Viene sempre tenuta lontana e in qualche modo all’oscuro dalle vicende familiari, cosa che non accade invece con il fratello Giorgio. Il 1959 è un anno che segna in modo indelebile le vite dei due ragazzi, Alessandra è profondamente addolorata dalla morte prematura del padre, che porta con sé interrogativi molto più grandi, mentre Giorgio diventa l’uomo di casa...
Narrando la vicenda con gli occhi della bambina che è stata, Alessandra Marzola riesce a dare una visione veritiera, sincera e innocente di quanto accadde nei primi 13 anni della sua vita. Classe 1946, fa parte della generazione che è stata “concepita in guerra e partorita nella pace”, che non ha vissuto in prima persona gli orrori della Grande Guerra ma che da una parte ne ha subito le conseguenze, tramite i racconti dei sopravvissuti e per il dolore delle perdite, ma dall’altra è stata testimone della lenta rinascita dell’Italia negli anni successivi, ha vissuto l’arrivo delle prime televisioni in bianco e nero e della diffusione delle Fiat e delle Topolino, oltre che testimone del boom economico nel decennio successivo. L’intero romanzo è uno spaccato di vita quotidiana, di come una bambina diventa donna e che, crescendo, cerca di capire cosa succede attorno a lei, a prendere consapevolezza di sé e del mondo, ad approfondire il motivo per cui notizie apparentemente esterne colpiscano e influenzino la sua famiglia. Una narrazione minuziosa, reale e realistica, di ricordi frammentati e nitidi allo stesso tempo, testimonianze incomplete e storie che l’autrice non saprà mai nei dettagli, considerata una bambina da proteggere e da coinvolgere troppo, al contrario del fratello, chiamato a diventare uomo e a prendere in mano la situazione familiare molto prima del dovuto.