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Gli indifferenti

Gli indifferenti

Mariagrazia Ardengo, vedova sussiegosa ed altera, vive immersa nella vacua liturgia dei riti borghesi, senza rendersi conto che il suo amante Leo Merumeci le sta a poco a poco dilapidando il patrimonio. Con l’avallo di un prestito ipotecario lo spregiudicato avventuriero è ormai sul punto di sottrarle anche l’ultimo retaggio familiare: la villa in cui ella risiede insieme con i propri figli Michele e Carla. Stanco ed indispettito dalle reiterate scenate di gelosia, dallo snobismo e dalla pedanteria della donna, Leo rivolge le proprie attenzioni in maniera sempre più morbosa nei confronti di Carla, giovane e bella, promettendole un’esistenza più agiata in cambio dei suoi favori sessuali. Michele, parlando con l’amministratore di Leo, è venuto a conoscenza delle reali intenzioni dell’uomo ed intende smascherarlo dinanzi alla madre ed alla sorella. Ma tutte le provocazioni che egli mette in atto sembrano inevitabilmente destinate all’insuccesso, andando a cozzare contro la deliberata sfrontatezza del rivale. Nel frattempo la sorella, spinta dal desiderio di evadere dallo squallido grigiore delle convenzioni sociali a cui la tiene imbrigliata la madre, sembra sul punto di capitolare e concedersi all’uomo sia pure a patto della più completa abiezione. Per sbarrare la strada del cinico affarista e tentare una forma di riscatto personale, a Michele non resta che ricorrere ad un ultimo estremo gesto liberatorio...

Se la ricorrenza del centenario della nascita di Alberto Moravia costituisce una ghiotta opportunità per tornare a confrontarsi con la sua vasta produzione letteraria, la lettura de Gli indifferenti rappresenta - a nostro avviso - il punto di partenza fondamentale. Non certo per rispettare un rigoroso ordine cronologico, trattandosi dell’opera prima pubblicata nel 1929; ma perché in questo libro il lettore troverà enucleate tutte le principali tematiche, che verranno ampiamente sviscerate nel corso del suo successivo percorso letterario. In questo esordio narrativo lo scrittore romano disegna un affresco dell’ambiente borghese degli anni Venti, non ancora da un’angolazione critica di matrice ideologica. Le velleità rivoltose di Michele, la sua impotente insofferenza nei confronti di una società votata al declino spirituale, rappresentano infatti l’oggettivo correlativo del pensiero dell’autore, che a quel mondo è ancora profondamente legato per estrazione sociale. Gli indifferenti è dunque il libro della non-differenza tra realtà ed ideali: un involucro che riveste i protagonisti borghesi di questa commedia grottesca, in due atti e sedici quadri, a cui Moravia si è sforzato di dare un’anima ricavandone unicamente parole e gesti mediocri. A quasi settant’anni dall’uscita questo testo mantiene intatto il suo fascino in virtù delle stimolanti riflessioni dissimulate tra le pieghe di una scrittura verbosa, che rigetta ogni ornamento per svelare tutta la fatua apparenza delle cose.