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Gli scacchi, la vita

Gli scacchi, la vita

Diventato campione del mondo a soli 22 anni, Garry deve presto abituarsi a rispondere alle domande dei cronisti che vogliono sapere sempre di più, non soltanto della sua vita privata, degli hobby e delle fidanzate, quanto invece della strategia che usa sulla scacchiera per raggiungere quelle vittorie così schiaccianti. Quante mosse riesce a prevedere in una partita? Quanto riesce a spingersi avanti nella visione e previsione del gioco? Non è facile, per Garry, spiegare a chi non è dentro la scacchiera come la strategia sia molto, ma non tutto, perché ancora più importanti sono gli obiettivi e la capacità di mantenere dritta la barra e portare a termine quella stessa strategia con coerenza e meticolosità. Il giocatore di scacchi deve però essere anche flessibile e quindi capace di variare le sue mosse per sorprendere l’avversario: ecco, deve studiare e sapere come muoversi, ma deve anche essere capace di presentare dei diversivi al suo avversario in modo da approdare a nuove soluzioni. Non esistono dei momenti morti, non esistono delle mosse insignificanti: tutto appartiene ad un preciso piano che deve essere applicato con meticolosità. Avere degli obiettivi precisi, rimanere coerenti e non abbandonare il cammino. Così si vince una partita di scacchi, così si affronta la vita...

Il libro di Garry Kasparov illumina il neofita sfatando tanti tabù. Il primo: gli scacchi sono un gioco di squadra. In più di un passaggio Garry richiama il lavoro fatto con il suo team di analisti, con il suo maestro, con tutti i suoi collaboratori che l’hanno aiutato a scoprire le debolezze degli avversari e a sviluppare le sue potenzialità. Il secondo: gli scacchi sono un gioco che non si improvvisa, ma si costruisce modellando il proprio istinto, che non può mai essere soffocato, sulla storia, sullo studio delle partite di altri grandi maestri. Anche sul suo stesso gioco. Il terzo: gli scacchi sono un gioco che evolve. Molti sono convinti che sia sufficiente studiare le grandi partite, che sia sufficiente imparare le varianti, in realtà bisogna essere in grado di costruirsi una strategia, basata sull’avversario di turno, e portare avanti con cura il proprio progetto. È chiaro che l’approccio scacchistico e quello alla vita privata e politica sono un tutt’uno: non a caso il titolo originale del libro, scritto in inglese, è How life imitates chess, cioè “In che modo la vita imita/si ispira agli scacchi”. Si tratta di un approccio mentale, che non è chiuso alle 64 case bianche e nere, ma si apre ad un mondo di possibilità che Garry ha da sempre provato a comprendere, esplorare e dominare. Nel libro sono raccolti aneddoti e ricostruzioni di eventi storici, anche non necessariamente scacchistici: ogni capitolo si chiude con una scheda incentrata su un celebre giocatore oppure su alcune particolari sfide. Garry Kasparov, russo di origini azere, oggi naturalizzato croato, ha un carattere ed una personalità a tutto tondo, che gli hanno permesso di diventare il più grande giocatore di scacchi della fine del ‘900 e dell’inizio del nuovo millennio, forse uno dei più bravi di sempre, ma è anche un uomo politico impegnato nel contrastare lo strapotere della federazione di scacchi internazionale, gestita dai russi, e, in ambito politico, lo zar Vladimir Putin. Per questo ha creato una federazione di scacchi parallela alla FIDE e si è candidato, senza successo, alle elezioni russe. Una storia di scacchi, una lezione di vita.