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Gli uffici competenti

Gli uffici competenti

Mosca 1966: il fascicolo su Abram Terc, II-8-1959-Intelligencjia-C, è da troppo tempo aperto, nonostante la classificazione “C”, mediamente urgente. La pratica è stata aperta nel 1959, nel frattempo gli scritti sovversivi di Abram Terc, probabilmente pseudonimo che nasconde un ebreo, per di più stampati all’estero, in Francia, stanno circolando e con loro circolano solo menzogne e falsità. Dopo quasi sette anni bisognerebbe chiudere il caso, anche perché intanto stanno dilagando sinistre aperture allo spirito dell’occidente che rischiano di minare la stabilità della società moscovita, come la grande kermesse americana a Sokolniki concordata da Chruščëv e Nixon, dove si può assaggiare la Pepsi Cola o i chewing gum, oppure i corsi di inglese di alcuni giovani studenti che leggono ad alta voce 1984 di George Orwell; oppure i numerosi volumi del Dottor Zivago scoperti nei bagagli di alcuni chimici. Non a caso il tenente Ivanov, dei servizi segreti, in servizio negli uffici competenti alla analisi e decifrazione di tutto questo materiale potenzialmente antisovietico, decide di assistere al funerale di Borsi Pasternak, perché sicuramente fra coloro che partecipano alle esequie non solo ci sono numerosi sovversivi, ma probabilmente fra di loro si nasconde, sotto il loro naso, proprio il famigerato Abram Terc. Per questo ha sguinzagliato sul caso tutti i suoi collaboratori più fidati, infiltrati che l’aiuteranno a smascherare questo nemico del popolo. Non è semplice, perché anche quando arriva a trovare la casa del possibile Abram Terc, alias Andrej Sinjavskij, professore di letteratura all’università, la sua biblioteca è troppo grande e dispersiva per poter dare subito delle evidenze. Come fare a leggere e passare al setaccio tutti quegli appunti? Come catalogare quell’enorme mare di libri? Eppure, la soluzione è vicina: sarebbe bastato spostare quell’asticella della libreria, che gli si sarebbe aperto il passaggio nello studio segreto del professore, dove amava rinchiudersi durante le numerose visite sospette. Ma Ivanov sa che ce la farà, è solo questione di tempo e l’eversivo sarà assicurato alla giustizia e spedito ad un campo di riabilitazione...

Iegor Gran è figlio di Andrej Sinjavskij, noto anche come Abram Terc, autore del saggio Che cos'è il realismo socialista (1966), apparso sulla rivista francese “Esprit”, e di altri scritti condannati dalla censura sovietica, fra i quali una raccolta di studi sul poeta e romanziere Boris Pasternak. Andrej Sinjavskij sarà alla fine consegnato alla giustizia, dopo aver vissuto per anni, come lo stesso Pasternak, sotto gli occhi degli uffici competenti, continuando la sua doppia vita di professore universitario e di partigiano della libertà. La strada scelta da Iegor Gran è quella di ricostruire e dare corpo alla tesi della rivoluzione culturale, ovvero della letteratura come strumento eversivo per diffondere, sotto la forma dell’apparente innocente narrazione di storie, narrazioni alternative a quelle della “Pravda”. Con una prosa calibrata, ma sempre irriverente ed ironica, Iegor Gran ricostruisce con reminiscenze di prima mano la crisi sociale e culturale che attraversa il periodo che va dal “disgelo” di Chruščëv all’era di Brežnev: attraverso le ricerche del tenente Ivanov, integerrimo funzionario dei servizi segreti, tratteggia lo spirito paurosamente conformista degli anni ’60 in Russia, quelli che sono stati caratterizzati dalla paura e dalla tensione sospesa fra la sacralizzazione del partito comunista e della sua etica, da una parte, e il desiderio di libertà di chi si sentiva oppresso da quel sistema, che poteva materializzarsi anche nel semplice ascolto di musica jazz o di un bicchiere di cola, dall’altra parte. Gli uffici competenti è al contempo un racconto ed una testimonianza, un piccolo studio sociologico, un frammento di memoria collettiva importante.