
2027. Il processo avviato quasi mezzo secolo prima con la cosiddetta “dottrina Eagleton”, elaborata dall’omonimo generale dell’esercito degli Stati Uniti, che prevedeva un centro di controllo unico elettronico delle operazioni strategiche della nazione che andasse ben “al di là della rete di comunicazione e calcolo (…), al di là dei sensori e dei missili” ha portato alla fondazione dell’USIB (United States Intellectronical Board), un organo agli ordini diretti del Presidente e con un budget stellare che ha affidato a grandi aziende la progettazione e costruzione di intelligenze artificiali sempre più complesse. Nei decenni successivi sono stati realizzati diversi prototipi: i sistemi AJAX, ULTOR GILGAMESH e infine la lunga serie dei GOLEM (General Operator Longrange Ethically Stabilized Multimodelling). I computer, fino alla ventesima generazione compresa, “erano caratterizzati da un comportamento da insetti: erano incapaci di mettere in discussione né tantomeno trasformare i propri programmi”. Ma a cavallo del XXI secolo gli scienziati hanno trovato il modo di creare intelligenze artificiali in grado di autoperfezionarsi, di imparare da sole, di evolversi. I computer dall’ottantesima generazione in poi erano bambini da educare, più che macchine da programmare, e questo pose il grave problema della loro affidabilità, date le grandi responsabilità che a loro venivano affidate. È nato per questo il GOLEM, “sommo stratega con una capacità informazionale 1900 volte superiore a quella di un uomo”. A suon di miliardi di dollari, ne sono stati costruiti molti modelli, sempre più avanzati. Nel 2023 il GOLEM XII ha creato non pochi problemi svolgendo il ruolo di Capo di Stato Maggiore durante la campagna militare in Patagonia ma la storia è stata messa a tacere dall’intelligence statunitense. GOLEM XIII non è mai entrato in servizio per “un irreparabile difetto di natura schizofrenica” rilevato già in cantiere e GOLEM XIV – pur svolgendo il suo compito in modo impeccabile – ha mostrato sin da subito una spiazzante tendenza antimilitarista e polemica. Finalmente arresi all’assurdità dell’idea di affidare a una macchina i destini di una nazione, i vertici dell’esercito americano hanno dismesso dal servizio i supercomputer e li hanno donati al MIT. Nella prestigiosa sede accademica, GOLEM XIV tiene da anni delle conferenze per selezionati gruppi di studiosi. Si tratta di una quantità smisurata di materiale, la cui trascrizione “occuperebbe circa 6700 pagine in formato A4”, ma che è di grande interesse analizzare…
Se dessimo vita a una intelligenza artificiale superpotente, depositaria di tutto il sapere umano, e la mettessimo al posto di comando, come ragionerebbe e quali decisioni prenderebbe? E soprattutto, che opinione avrebbe di noi, i suoi creatori imperfetti, questa intelligenza perfetta, praticamente divina? Parte da questo interrogativo Stanislaw Lem in questo insolito libro di science-fiction non fiction che finalmente grazie a Il Sirente esce in traduzione italiana. Pubblicato per la prima volta nel 1973 in una bizzarra antologia di prefazioni immaginarie di romanzi futuri (Wielkość Urojona, tra le tante opere di Lem inedite nel nostro Paese) e poi in una versione ampliata in volume nel 1981, Golem XIV è la trascrizione di due delle immaginarie conferenze tenute dal supercomputer – la prima e la quarantaduesima, per la precisione, l’una sull’uomo e l’altra su se stesso – commentate da immaginari curatori per un’edizione Indiana University Press datata 2047. Per Lem è l’occasione per esporre alcune sue tesi (per certi versi eretiche) su temi come la cibernetica, l’identità e l’evoluzionismo, già sparse qua e là nei suoi saggi ma forse qui elaborate con più brillantezza. Tra tutti gli spunti, colpisce l’intuizione sulla natura strumentale, “cinica” e centrata sul DNA del meccanismo evolutivo, che anticipa la geniale teoria del “gene egoista” elaborata tra gli anni Settanta e Ottanta da Richard Dawkins. Un volumetto arguto e inquietante al tempo stesso, assolutamente da non perdere anche per rendere omaggio a uno degli scrittori più influenti del XX secolo con le sue più di 40 milioni di copie vendute in carriera, eppure troppo poco conosciuto (tranne che per Solaris, romanzo comunque più discusso che letto) anche dai lettori di Fantascienza. Dal libro, nel 2013, Patrick Mccue e Tobias Wiesner hanno tratto un visionario cortometraggio animato.