
Il coniglietto Pat riceve dal nonno un regalo: un paio di pattini e un bigliettino in cui il vecchio coniglio spiega che grazie a loro ha incontrato quella che sarebbe diventata sua moglie. Pat decide di indossarli subito e di provarli; trovare la superficie adatta, però, è tutt'altro che facile! Dopo una serie di posti sbagliati, il coniglio prende un treno diretto a Parigi. Lì le strade sono proprio perfette per pattinare: lisce e scorrevoli. A un certo punto Pat scorge una figura nell'ombra: è Mia, una gattina molto carina che sta suonando. Il coniglio e Mia decidono di suonare insieme e di pattinare, ognuno con un pattino solo. I vicini, però, non sono entusiasti della scelta: fanno davvero un gran baccano! I due allora se la danno a gambe a gambe e salgono su un treno, ma, nella confusione (tra pendolari irruenti e controllori zelanti), si perdono: spaventato, Pat salta dal treno e si tuffa nel fiume, sperando che Mia lo segua…
Sul fronte delle illustrazioni (opera, come per i testi, del lionese Michel Gay), salta subito all'occhio (com'è normale negli illustrati per bambini, d'altronde) la rappresentazione del protagonista, il coniglietto. Pat è disegnato con tratto umanizzante, vale a dire lunghe gambe, lunghe braccia, viso ovale. L'unica notevole differenza con un essere umano sono le orecchie, lunghe e appuntite che, come risultato, fanno sembrare il coniglio una sorta di elfo, più che un simpatico animaletto. Lo stesso vale per Mia, che compare qualche pagina dopo. Dai bei colori acquarellati emerge poi una sorprendente Parigi, che fa da sfondo alle avventure di questa strana coppia, rappresentata nella magnificenza dei suoi monumenti. La storia è prevedibile: si legge il contenuto del biglietto del nonno e appare chiaro fin da subito che anche Pat, grazie a quegli stessi pattini, farà un incontro importante. Magari non la sua futura moglie, ma comunque una grande amica, chissà. Il lato buffo della vicenda lo si trova nelle peripezie che il coniglio affronta per trovare una superficie adatta al pattinaggio: sull'erba Pat si incastra, sui binari si contorce, e così via. Si sorride… Il piccolo lettore, un po’ straniato (tra la bizzarria un po’ inquietante dei protagonisti e l’improbabilità della storia) rifletterà sul fatto che l'amicizia è forte se resiste agli imprevisti, o forse, ancora, che bisogna sfruttare le occasioni; un'altra ipotesi è che bisogna imparare a sfruttare le circostanze per guadagnarne comunque qualcosa. Insomma, ci siamo capiti...
Sul fronte delle illustrazioni (opera, come per i testi, del lionese Michel Gay), salta subito all'occhio (com'è normale negli illustrati per bambini, d'altronde) la rappresentazione del protagonista, il coniglietto. Pat è disegnato con tratto umanizzante, vale a dire lunghe gambe, lunghe braccia, viso ovale. L'unica notevole differenza con un essere umano sono le orecchie, lunghe e appuntite che, come risultato, fanno sembrare il coniglio una sorta di elfo, più che un simpatico animaletto. Lo stesso vale per Mia, che compare qualche pagina dopo. Dai bei colori acquarellati emerge poi una sorprendente Parigi, che fa da sfondo alle avventure di questa strana coppia, rappresentata nella magnificenza dei suoi monumenti. La storia è prevedibile: si legge il contenuto del biglietto del nonno e appare chiaro fin da subito che anche Pat, grazie a quegli stessi pattini, farà un incontro importante. Magari non la sua futura moglie, ma comunque una grande amica, chissà. Il lato buffo della vicenda lo si trova nelle peripezie che il coniglio affronta per trovare una superficie adatta al pattinaggio: sull'erba Pat si incastra, sui binari si contorce, e così via. Si sorride… Il piccolo lettore, un po’ straniato (tra la bizzarria un po’ inquietante dei protagonisti e l’improbabilità della storia) rifletterà sul fatto che l'amicizia è forte se resiste agli imprevisti, o forse, ancora, che bisogna sfruttare le occasioni; un'altra ipotesi è che bisogna imparare a sfruttare le circostanze per guadagnarne comunque qualcosa. Insomma, ci siamo capiti...