
Mentre rientra a Napoli reduce da un convegno fuori città, Ariel ha un unico desiderio: scendere dal treno, contare tre fermate della metro e raggiungere casa. Casa sua, dove vive insieme a Malù, che lascia i suoi acquisti sparsi in cucina per almeno una settimana prima di portarli in camera sua, a Kobe e ai suoi spartiti musicali, a Samuel, il suo fidanzato e a Mycroft, il gatto di Malù ma coccolato di fatto da tutti i coinquilini. Ariel desidera tornare a respirare quel dolcissimo caos fatto di camicie da stirare, caffettiere da pulire e altri oggetti che non sempre si sa cosa siano e di chi. Quando finalmente imbocca via Atri e raggiunge il civico 36, gira la chiave del pesante portone, entra nell’androne e raggiunge il pianerottolo di casa, dove viene investita da un odore dolciastro e stucchevole. Fa scattare la serratura ed entra. Tutto è buio e quell’odore è ancora lì e d è proprio odore di sangue. Quando accende la luce, nota che il sangue è ovunque: sul tavolo, sulle sedie, per terra. E in mezzo al sangue giacciono i resti di un corpo. Un pezzo di testa, un braccio, le orecchie, alcune dita mozzate. Reprime un urlo proprio quando Malù si palesa e, seguita poi da Kobe e Samuel, spiega ad Ariel che in realtà quello che sta vedendo altro non è che la realizzazione preparata per il corso di cake design e la relativa gara, a tema Halloween. Malù è un’archeologa, ma è appassionata di pasticceria e, da un paio di mesi, tutti i mercoledì, frequenta il Vomero Hill, l’albergo di via Scarlatti dove si tiene il corso. E il giorno successivo, nel pomeriggio, in albergo, ha luogo la gara. Malù è convinta che riuscirà a stracciare la concorrenza con la sua ricostruzione di una scena del crimine zombie in pasta di zucchero. La docente del corso è Miriam - carnagione mediterranea, occhi neri e capelli ricci sale e pepe - che è sposata con lo chef Arturo Bernardi, mentre Fabrizio Martini è il direttore dell’albergo ed Eulalia Malaspina, donna ricchissima, è la proprietaria dell’hotel. Tutte queste informazioni a Malù le ha fornite Emiliano Marchese, corsista come lei, nonché figlio della precedente direttrice della struttura…
È più semplice costruire un albero di Natale a prova di gatto - che arrivi quindi indenne al 25 dicembre e oltre - oppure venire a capo di un omicidio, che forse ne nasconde un altro, un cold case troppo superficialmente liquidato come morte naturale? La nuova avventura di Serena Venditto - giornalista pubblicista e già autrice di diversi romanzi dedicati al gatto Mycroft e ai quattro coinquilini di via Atri 36 - è ambientata nel periodo natalizio, a Napoli, e fin da subito il lettore viene catapultato nel magico clima della città, tra zampognari indomiti e complesse preparazioni di pranzi e cene sontuosi e interminabili. Chi conosce i romanzi precedenti della Venditto sa che in via Atri 36 si trova un melting pot eterogeneo e singolare, formato da Malù, giovane archeologa amante dei gialli, con il pallino per la pasticceria e un amore smisurato per i gatti (in particolare per Mycroft, suo personale felino adottato ben presto da tutti i coinquilini), Ariel traduttrice italo americana che si barcamena tra thriller infarciti di sangue e romanzetti rosa, Samuel, il fidanzato sardo nigeriano di quest’ultima, e Kobe, pianista giapponese dall’italiano improbabile. I quattro condividono l’appartamento e non solo. Sono una vera e propria squadra e, quando un compagno di corso di cake design cui Malù ha partecipato viene ucciso, lavorano insieme per cercare di trovare il bandolo di una matassa piuttosto articolata e complicata dalla scoperta che anche la madre della vittima è morta tempo addietro in circostanze a dir poco sospette. Una storia brillante per un giallo dalle caratteristiche classiche; una vicenda in cui gli indizi ben disseminati lungo il racconto invitano il lettore ad accompagnare i quattro improvvisati investigatori – più uno, non dimentichiamo il gatto e il suo fiuto unico - verso la risoluzione del caso. Una lettura ironica e frizzante, impreziosita da un’ambientazione che rivela tutto l’amore dell’autrice per Napoli, i suoi sapori, i suoi colori e, soprattutto, il suo calore.