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Greco cerca greca

Arnolph Archilocos è un modesto sottocontabile che conduce un’esistenza grigia e modesta. Vive in una minuscola mansarda la cui finestra si apre su un muro punteggiato dalle finestre dei gabinetti del palazzo di fronte. Beve solo latte e acqua minerale, non fuma e a quarantacinque anni non è mai stato con una donna. Uomo di solidissimi principi, si è costruito un suo ordinamento etico, una sorta di Pantheon personale con a capo una intoccabile Trinità di uomini considerati esempi di ogni virtù: il Presidente della Repubblica, il Vescovo e il suo datore di lavoro, il proprietario delle officine Petit-Paysan. Spinto dalla proprietaria della trattoria in cui si reca tutti i giorni a mangiare, Archilocos prova a cambiare vita e mette sul giornale un semplice annuncio matrimoniale: “Greco cerca greca”. Due giorni dopo, in “una piccola busta profumata con un biglietto azzurro come il cielo del Peloponneso”, gli arriva la risposta di una certa Cloe Saloniki, che desidera conoscerlo. L’incontro con la splendida Cloe è solo il primo di una serie di miracoli che si presentano in rapida successione nella vita di Archilocos, che in men che non si dica diventa direttore generale della Petit-Paysan, amico del Presidente della Repubblica e consigliere ecclesiastico del vescovo. Incredulo e quasi intimorito per questa inspiegabile e improvvisa fortuna, Archilocos non tarderà a capire che la fonte di tutto è proprio la sua Cloe, ma questo lo porterà a rivedere a fondo il suo sistema di valori e il suo modo di vivere…

Ritroviamo in questo libro i tradizionali temi di Friedrich Dürrenmatt, scrittore svizzero morto nel 1990, grande critico del perbenismo e dell’ipocrisia della società contemporanea. A differenza di opere come Il giudice e il suo boia e La promessa, questo però non è un romanzo poliziesco, ma una sorta di apologo farsesco in cui la comicità serve per mettere a nudo in modo impietoso i vizi privati, mascherati da pubbliche virtù. La critica corrosiva di Dürrenmatt travolge gli esponenti del mondo della politica e della chiesa, gli industriali e i borghesi. Nulla si salva, ma in mezzo a tutta questa desolazione rimane un barlume di speranza: l’amore. Come il Presidente della Repubblica avrà modo di confidare ad un Archilocos sulla soglia della disperazione: “L’amore è un miracolo che è sempre possibile, il male è un fatto che esiste sempre. La giustizia condanna il male, la speranza vuole correggerlo e l’amore non ci bada. (...) Il mondo è spaventoso e privo di senso. La speranza che ci sia un senso dietro a questo assurdo, dietro a tutti questi orrori, possono mantenerla solo coloro che nonostante tutto amano”. È proprio da questa nuova consapevolezza, allora, che Archilocos troverà la forza di reagire e di iniziare una nuova vita. Una vita nella quale i vuoti simulacri di una virtù solo apparente vengono travolti dalla forza dirompente di quella “dea dell’amore” che Archilocos non potrà più fare a meno di inseguire.