
Il SUV dai vetri oscurati è partito da Posillipo e ora, alle tre di notte, sta transitando lungo una strada nella zona a sud-ovest della capitale. L’auto si ferma accanto a un gruppo di picchiatori, che stanno pestando qualcuno. Alla vista della BMW X6 blindata, i teppisti si scambiano uno sguardo eloquente e smettono di tirare calci e pugni a un giovane asiatico, che resta disteso a terra, privo di conoscenza. Una mano che impugna una pistola si sporge dal finestrino e intima ai picchiatori di caricare il malcapitato sul sedile posteriore del SUV, che subito dopo riparte. All’altezza dell’Autogrill Chianti la BMW si ferma nel piazzale di sosta e la donna alla guida dà un’occhiata al ragazzo, poi si sporge verso di lui. Le gocce di calmante, che lei gli ha ficcato in gola al primo semaforo rosso, stanno ancora facendo effetto e il giovane se la dorme, placido. La donna ne approfitta per andare in bagno e, dopo essersi spogliata e rimasta solo con foulard posato su uno chignon di capelli bianchi, mutande di pizzo e occhiali, si lava e torna all’auto. Poggia sul sedile di fianco al guidatore i generi di conforto appena acquistati e si rimette al posto di guida. Cerca una musica alla radio, poi mangia, infila la Glock 17 – gliel’ha procurata Naso di Cane, un malvivente che ha contattato per avere istruzioni su come prepararsi alla nuova vita che l’avrebbe aspettata – sotto il soprabito che ha posizionato a mo’ di cuscino e si stende sui sedili. Sono dei leggeri colpi sul braccio a svegliarla. Il giovane uomo pestato a sangue poco prima si è svegliato e vuole sapere chi lei sia. La donna svicola, lo invita a chiamarla Signora con la s maiuscola e lo informa che sta per condurlo in ospedale: il suo braccio è quasi certamente rotto e occorre ingessarlo. Poi gli passa dei documenti: da oggi in poi sarà Andrea Garcia. Lui e la Signora saranno nipote e zia italo-francesi. Al pronto soccorso la donna dirà che il nipote è caduto in seguito a un incidente domestico. Lei, insomma, gli ha salvato la vita e lui, in cambio, diventerà il suo autista. Se per caso non sa guidare, allora imparerà a farlo…
Una Signora di cui fino alla fine si ignora il nome, e una ragazza che si camuffa in abiti maschili sono le protagoniste del nuovo romanzo di Patrizia Rinaldi, autrice napoletana già nota ai lettori per aver dato vita a Blanca Occhiuzzi, la detective ipovedente le cui vicende sono diventate anche una fiction trasmessa sulle reti della TV nazionale. Con i nuovi personaggi – entrambe sono segnate da cicatrici molto profonde che hanno marchiato il loro corpo e il loro animo, ma di cui scelgono di non parlare in maniera esplicita – la Rinaldi riesce, con la genialità che già si è avuto modo di apprezzare nei suoi lavori precedenti, a dosare sapientemente le caratteristiche del noir e i tratti distintivi della commedia, dando origine a un mix esplosivo ed esilarante. Rifugiatesi a seguito di circostanze contingenti in un hotel e a corto di denaro, le due “amiche improvvisate” si reiventano e, vestiti i panni delle detective private, cercano di dare una mano alla polizia e risolvere un primo omicidio. L’impresa non sarà semplice e permetterà al lettore di conoscere, pian piano, la vera personalità delle due protagoniste, il loro vissuto e i loro conflitti. Sarà un viaggio alla ricerca del colpevole e alla scoperta o riscoperta di sé; sarà un tentativo di portare nuova speranza nell’esistenza, misteriosa e difficile, della Signora e di Andrea; sarà un percorso ad ostacoli lungo il quale le due donne troveranno il modo per affezionarsi l’una all’altra e aiutarsi a vicenda, accomunate dal desiderio di offrire un nuovo inizio al loro vissuto. Combattere le proprie paure, il proprio passato e riuscire a dare nuovo vigore al proprio presente; essere due entità distinte, difficili e a volte moleste, capaci di unirsi e diventare ‘nu guaio ‘e notte, espressione che in napoletano caratterizza una situazione, o una persona, difficile da gestire, proprio com’è il duo formato da Signora e Andrea. Con un linguaggio ricco e particolareggiato, che si serve delle espressioni dialettali con un’eleganza cui la Rinaldi ha da tempo abituato i suoi lettori, l’autrice parla di speranza nel futuro, di possibilità di riscatto, di rinascita. E lo fa servendosi di due personaggi che bucano la pagina e lasciano il segno nel cuore del lettore. Due personaggi di cui si spera leggere presto nuove avventure.