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Guarda, cos’è? Il romanzo di Ustica

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Il 27 giugno 1980 Giovanni e Rosalia, di nove e tredici anni, sono affidati dai genitori ad un’hostess del volo che da Bologna è destinato ad atterrare a Palermo. La visita a Bologna non è stata di piacere, ma un controllo medico: la giornata è stata lunga, in aereo ci sono solo due posti, per cui è meglio far rientrare i due ragazzi, mentre il resto della famiglia andrà in treno. Giovanni e Rosalia sono eccitatissimi: è una cosa da grandi viaggiare da soli, ancora di più farlo volando. Non l’hanno mai fatto prima e sicuramente avranno tante cose da raccontare ai loro amici. Giovanni pensa a Giacomino, pensa a quanta invidia ci sarà nei suoi occhi quando gli racconterà di aver attraversato il cielo dove ci sono i draghi. Rosalia vuole andare a teatro la sera: a Bologna non ha fatto in tempo, ma gliel’hanno promesso. Da grande vuole diventare come l’hostess che li accompagna: bellissima donna! Giovanni siede vicino il finestrino, può godersi tutto lo spettacolo, può guardare le case diventare piccolissime, sente la fusoliera prendere il volo, stringe la mano della sorella per farle coraggio, perché lui non ha paura. Rosalia vede solo le schiene dei compagni di viaggio e qualche lamina di luce che passa tra i finestrini: intanto pensa a cosa farà la sera, alle amiche, al ragazzo che le piace tanto e che non riesce a conoscere meglio. Sembra un viaggio normale, fra draghi, pensieri, sogni, illusioni. Poi all’improvviso una luce entra violenta dai finestrini, qualcosa di mai visto. Rosalia e Giovanni si stringono forte la mano, si abbassano. Qualcosa di mai visto prima, come si capisce dalle parole del comandante: “Guarda, cos’è?”…

Michele Cucuzza, giornalista e conduttore radiotelevisivo, prova a ricostruire, dalla parte delle vittime, il maledetto volo del DC-9 della compagnia aerea Itavia che partì il 27 giugno 1980 da Bologna e terminò il suo viaggio nel mare di Ustica, senza mai arrivare a Palermo. A bordo c’erano settantasette passeggeri, di cui tredici bambini, e quattro membri dell’equipaggio. Non si salvò nessuno dallo schianto. Il suo racconto si avvale dell’assistenza dell’avvocato Daniele Osnato che ha seguito e sostenuto la causa dei parenti delle vittime a cui ancora oggi, dopo oltre quarant’anni, non è stata data una risposta. L’episodio resta avvolto dal mistero, anche se le parole del comandante Enzo Fontana (“Guarda, cos’è?”), divenute chiare soltanto nella ricostruzione del 2021, aprono nuovi fronti di ricerca. Un episodio crudo e soprattutto delicato perché avvenuto in un contesto di crisi politica internazionale, in uno scenario già teso di scontro fra potenze europee, mediterranee e oceaniche. Il fatto costituisce anche oggi ufficialmente un buco nero nella nostra giustizia, ma le ricostruzioni ufficiose sono tante e di diversa, se non opposta natura. Il pregio del libro è nell’aver dato una voce, anche se fittizia, alle vittime perché non siano dimenticate. Il maggior difetto è la banalità della trama dei pensieri dei ragazzi, di puro stile televisivo.