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Guida al giro del mondo

Guida al giro del mondo

Dunque perfino Saigon esiste, e non solo nei libri, nei film, nelle canzoni o nei titoli di prima pagina. Oggi si chiamerebbe Ho Chi Minh City, ma come si fa a chiamarla così, dai. Sebbene gli occhi non l’abbiano mai vista prima, la memoria si rifiuta. Attraversa come a nuoto tra la folla le rapide dell’indiavolato quartiere di Pham Ngu Lao; tiene come punto di riferimento i grattacieli a ridosso del fiume, e più si avvicina al centro più il caos aumenta. Per forza Marco Filippi fa affari d’oro col suo import-export di caschi da moto: qui tutti si muovono in scooter, si vedono anche intere famiglie appollaiate sul sellino, le vie sono intasate da un corteo di pony express schiamazzanti che si infilano dappertutto. Il verde dei semafori dura un tempo esagerato ma non basta mai a smaltire il moto perpetuo. Le strisce pedonali è come se non ci fossero, anzi, sono fuorvianti: per attraversare la strada c’è un solo modo, farsi coraggio e buttarsi nella mischia, allora il corteo permanente frena e ti schiva all’ultimo momento, per incanto. Tutti suonano ma nessuno si arrabbia…

Tre T-shirt, una camicia, una felpa, un k-way, un foulard, un paio di pantaloni lunghi, un paio di pantaloni corti, un costume da bagno, un pareo, un paio di scarpe da ginnastica, un paio di sandali, una trousse con le medicine, una trousse per l’igiene personale, biancheria varia, una scacchierina magnetica, un libro di carta. E naturalmente lei, la regina, la protagonista, colei per cui si fa tutto questo. Una Renault 4. Del 1989. Verde Shetland. Che l’amico del narratore si è finalmente deciso a dare via. Un dolore lancinante per Nanni: è come se se ne partisse la primavera, per citare il poeta. E allora bisogna fare un ultimo viaggio insieme a lei. Per farla arrivare almeno a cifra tonda. Centomila chilometri. Quale viaggio? Beh, ma naturalmente il giro del mondo. E così si prende un’aspettativa semestrale dal lavoro, si mettono al corrente le compagne di vita, si fanno i bagagli, si sceglie se fare il giro da ovest verso est o viceversa e si parte. Romanzo di formazione anche se l’età non è più adolescenziale, nato da un blog e dall’inevitabile esigenza di raccontare, storia d’amore e d’amicizia, reportage di viaggio, canto nostalgico di quel che resta della gioventù: c’è tutto nel libro di Delbecchi, autore di reportage narrativi e non solo, cronista di chiara fama, che con una prosa torrenziale e divertente realizza un colorato (anche se le foto dell’edizione sono in bianco e nero) collage di mille splendide avventure e interessanti incontri.