
Nel 1951, Margaret “Mimi” Galvin arriva a Colorado Springs. Una mattina trova delle penne sull’uscio di casa e suo marito, Don Galvin, suggerisce di portarle al dottor Stabler, uno zoologo. Questi disserta in lungo e in largo sul falco pellegrino, e sia Don che Mimi rimangono talmente affascinati da voler imparare ad addestrare questi uccelli. Così, in breve tempo, Mimi si ritrova a cucire le palpebre di un falco vivo e a portarlo sul braccio per dodici ore di fila durante il giorno, mentre suo marito Don se lo porta a lavoro durante il suo turno di notte. Mimi ha conosciuto Don nel 1937, a soli quattordici anni: si sono messi insieme e non si sono più lasciati. Si sono sposati nel 1944, mentre Don era arruolato, pronto a partire per il Giappone, e Mimi incinta del primogenito Donald. Quando suo marito torna dalla guerra, Mimi vive nel Queens, a New York: in breve tempo si trova in attesa del secondogenito, Jim. Quando si traferiscono a Norfolk, arriva il terzo, John. Rimangono lì fino al 1951, anno dell’approdo a Colorado Springs. Ai tre ne seguiranno altri nove: Brian, Michael, Richard, Joseph, Mark, Matt, Peter, Margaret e, infine, Mary Lindsey...
Hidden Valley Road è il nome di una strada ai sobborghi di Colorado Springs (Colorado, USA) in cui, a partire dagli anni Cinquanta, hanno vissuto i quattordici Galvin – Don, Mimi e i loro dodici figli. Il libro racconta la loro storia, già molto conosciuta dal pubblico dei medici statunitensi ma ancora pressoché sconosciuta al grande pubblico. La particolarità – o meglio, l’eccezionalità – di questa famiglia, il motivo per il quale è di interesse narrare le loro vicissitudini è che a sei figli (tutti maschi) su dodici è stata, nel corso della loro vita, diagnosticata la schizofrenia. Per diverso tempo, la famiglia Galvin – soprattutto il loro codice genetico – è stata oggetto di studi da parte di genetisti, psichiatri (Robert Freedman e Lynn DeLisi tra gli altri) e psicologi, nella speranza che dal loro DNA si potesse ricavare “il gene della schizofrenia”. L’autore di Hidden Valley Road è il giornalista del “New York Magazine” Robert Kolker, approcciato da Margaret e Lindsey Galvin, che per convincerlo a scrivere delle loro vicende familiari gli hanno raccontato la loro infanzia. Così Robert si è messo al lavoro: ha letto il diario di Margaret e le cartelle cliniche dei fratelli malati; ha conversato con una Mimi ormai in punto di morte; si è interfacciato con gli psichiatri del Colorado Mental Health Hospital di Pueblo; ha intervistato Lynn DeLisi e Robert Freedman; e, infine, ha passato al setaccio molta della letteratura accademica riguardante la schizofrenia dall’800 a oggi. Il risultato è questo saggio a metà tra la biografia e la scienza, che non risolve di certo l’origine della schizofrenia, ma senza dubbio rende più accessibile ai non addetti ai lavori la comprensione della malattia, i suoi terribili effetti e quanto faticoso sia conviverci ogni giorno.