
Pur nella varietà degli stili e dei temi, dei soggetti raffigurati e delle epoche in cui furono realizzati, i cento dipinti presi in analisi risultano accomunati dalla identica capacità di precorrere i tempi e di costituire un modo innovativo di concepire l’arte, talvolta perfino di risultare modelli d’ispirazione al cambiamento tale da forzare non solo la storia dell’arte, ma il corso stesso della storia. Che sia il “Crocifisso di Santa Croce” di Cimabue, nel quale affiora la ricerca classica e spaziale del Duecento, lo straordinario “Compianto sul Cristo Morto” affrescato da Giotto nella Cappella degli Scrovegni a Padova di Giotto, che inaugura il passaggio dall’astrazione di tradizione bizantina a una volumetria più viva e concreta delle figure, ci si entra attraverso la porta dell’arte medievale nell’ambito della questione. Per proseguire, quadro dopo quadro, nel vivo della sensualità che viene sprigionata dal colore plumbeo e premonitore della “Tempesta” del Giorgione, o della potenza della realtà che si sprigiona attraverso l’assonanza di luce e ombra dalla “Canestra di frutta” di Caravaggio. Senza per questo omettere di riconoscere eguale valenza tanto all’uso della pittura ad olio fiamminga e alla prospettiva rinascimentale. Si passa poi dalla personificazione paralizzante dell’inconscio colta ne “L’incubo” di Füssli a fine Settecento e da qui alle rivoluzioni linguistiche delle avanguardie di un secolo più tardi, tra le quali il pointillisme di Seurat come nuovo paradigma del modo di dipingere, la scomposizione cubista de Les Demoiselles d’Avignon del 1907 di Picasso fino ad arrivare alla celeberrima “Marilyn” di Andy Warhol, simbolo ed elogio del fenomeno novecentesco della svolta antropologica verso il consumismo…
Immaginate che un esperto conoscitore e arguto critico d’arte del valore di Flavio Caroli decida di organizzare una mostra dedicata alle cento opere pittoriche più iconiche ed innovative di sempre. Che riesca a reperire finanziatori in grado di sostenere le ingenti spese necessarie a spostare tutte le tele per farle convergere in un unico spazio espositivo. Quanti di noi potrebbero concedersi mai il lussuoso privilegio di recarsi a visitarla, decidere di affrontare viaggio, soggiorno, lunghe code per accedere all’ingresso, soprattutto in un periodo funestato dalla pandemia, per poi sostare solo un pugno di minuti dinanzi ad ogni opera esposta e ritrovarsi al termine della visita con la mente in pieno stato di confusione? Eppure, l’impresa sarebbe degna di ogni sforzo. Perché il pregio delle opere e il tema scelto non possono che suscitare un notevole richiamo d’interesse. Per tali ragioni mi sento di esprimere congratulazioni al curatore e all’editore per aver ovviato ad ogni sopra detto inconveniente, facendo comparire in commercio il presente libro. Un libro contraddistinto da un tono divulgativo sobrio e coinvolgente, che accanto all’illustrazione di ogni opera ci consente di sostare e apprendere, con la calma necessaria, approfondimenti utili alla comprensione della vita dell’artista, dei movimenti culturali, fino ad approdare al contesto storico che ne fa da sfondo. Ben più prezioso, dunque, di una visita in presenza a comprendere la forza rivoluzionaria di questi cento capolavori e la loro capacità di dare corpo all’immaginario di un’epoca intera, ampliandosi poi alla civiltà e ai suoi valori che hanno segnato la nostra storia.