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I custodi del silenzio

I custodi del silenzio

Remo Paladini ha abbandonato la carriera di insegnante per diventare un investigatore privato. A cinquant’anni suonati l’intraprendente detective è la dimostrazione che nella vita si può e si deve cambiare per sentirsi sempre più realizzati, nuovo ossigeno da respirare, almeno per quello che prevedeva ancora la mentalità degli anni Novanta. Riceve dall’imprenditore Nilo Panzi – modello innegabile dell’uomo arricchito, ma culturalmente e umanamente ancora legato ai vecchi schemi della comunità tradizionale – l’incarico poco appagante ma ben retribuito di sorvegliare la sua amante Milva, una giovane bella ma penalizzata da una irrisolvibile indecisione, che sta trascorrendo a spese del suo attempato boyfriend una vacanza in un prestigioso albergo, posto su un promontorio della costa adriatica delle Marche. Paladini, malgrado nutra per Panzi una avversione spontanea e difficile da controllare, per la sopravvivenza economica della sua agenzia è costretto ad accettare l’incarico, ma nel momento in cui pattuisce con il ricco imprenditore la sua lauta retribuzione, mai avrebbe immaginato a cosa sarebbe andato incontro. Infatti, malgrado la banalità del suo compito, il corpulento e miope detective privato si trova a essere testimone di un presunto omicidio. Mentre si sta distendendo nel parco dell’albergo, nota che un giovane si esibisce in un esercizio di equilibrio assai pericoloso sul muretto di un terribile strapiombo, che scende vertiginosamente fino alla spiaggia. Poche acrobazie mozzafiato e precipita senza speranza di salvezza, ma Paladini pensa che non si tratti di un incidente: nel momento in cui il ragazzo perde l’equilibrio il detective è convinto di vedere una mano sbucare tra gli alberi, che lo spinge nel vuoto. Infatti nei pressi della scena del presunto crimine si aggira un uomo, che si allontana dopo la tragedia. È il deputato Nestore Belfi, il protagonista non può ancora saperlo ma l’influente politico è stato l’amante del giovane che ha perso la vita. Quest’ultimo lo aveva minacciato di far scoppiare uno scandalo quando era stato scaricato, non accettava di aver perso quell’amante a cui, al di là del peso sociale, era stato legato sentimentalmente in modo assoluto. Intanto Paladini decide di rivolgersi al vecchio proprietario dell’albergo, un uomo rigido, irremovibile sulle sue posizioni, pronto a oltraggiare il diritto alla giustizia e alla verità pur di difendere il buon nome della sua struttura. Per lui l’accaduto è inequivocabilmente una disgrazia, inutile cercare assurde versioni alternative dei fatti, le vacanze dei villeggianti devono proseguire…

Giuseppe Bonura (Fano 25 dicembre 1933 – Milano 14 luglio 2008) è stato un romanziere e un critico letterario. Tra le sue numerose attività intellettuali da ricordare l’impegno nel giornalismo culturale, che ha interessato anche una lunga collaborazione con “Avvenire”. La sua carriera narrativa è iniziata con il romanzo Il rapporto, che nel 1967 ha ricevuto il premio “Il libro giovane”, ed è proseguita con La pista del Minotauro, Premio Nazionale Letterario di Pisa 1971, ambedue le opere edite da Rizzoli. L’ultimo romanzo di Bonura è stato Le radici del tempo, pubblicato da Avagliano Editore, mentre nell’ambito della critica letteraria emerge il suo studio Invito alla lettura di Italo Calvino (Mursia 1990). I custodi del silenzio è il quarto romanzo dello scrittore marchigiano. È un thriller che si ambienta in un albergo di alto livello sulla costa adriatica delle Marche, dove la morte di Gioioso, un giovane omosessuale, offre al detective privato Remo Paladini lo spunto non solo per indagare, ma anche per riflettere a fondo sulla condizione umana e sociale di alcuni ospiti e dipendenti dell’hotel, a iniziare dall’irriverente comportamento dell’anziano proprietario e dal suo rapporto di insoddisfazione con il figlio, da lui nominato direttore della struttura. Tutti hanno segreti da nascondere o interessi che non possono confessare, l’egoismo e l’ipocrisia sono le divinità a cui queste persone si dedicano. Lo stesso Remo Paladini è il primo a dover celare la sua identità e i suoi veri interessi. I custodi del silenzio creano intorno a loro un ambiante ovattato, distante da tutto ciò che è al di fuori dell’albergo, perché non vogliono aver alcun contatto con la realtà fino a quando continuerà l’illusione di serenità delle vacanze estive. Da questo punto di vista Paladini risulta un pericolo da abbattere attraverso l’indifferenza, l’arma più incisiva dei personaggi di Bonura. L’opera è scritta con un linguaggio accessibile, dove non mancano espressioni legate al parlato quotidiano. Anche la trama nella sua linearità si segue facilmente, perché concentrata in una serie di eventi ricostruiti in ordine cronologico da cui esulano solo riflessioni e anticipazioni, come quando il narratore racconta l’incontro tra Paladini e il figlio del suonatore Jazz della struttura, spasimante occasionale di Milva, successivo all’estate. In quell’occasione il giovane confesserà di aver tradito il padre, portando avanti una relazione nascosta con l’amante di Nilo Panzi. Le vicende che vedono protagonista Milva costituiscono la più rilevante storia parallela alla trama principale.