
C'era un volta un regno lontano governato da un re ed una regina. Naturalmente. Il loro sogno di innamorati viene coronato dalla scoperta di aspettare un bambino. La paziente attesa e poi la nascita. Si tratta di una bambina, una splendida bambina, coccolata e adorata dal suo papà e dalla sua mamma. Ben presto però i genitori si accorgono che Annabella non è proprio uguale a tutti gli altri bambini: ha le braccia un po' più corte, gli occhi dal taglio obliquo e la lingua un po' più lunga... E allora? In fondo loro la amano allo stesso modo in cui ogni altro genitore ama il suo bambino. Il dottore spiega loro che, semplicemente, la bambina è affetta dalla Sindrome di Down; questo significa che probabilmente farà più fatica ad imparare, si ammalerà più spesso, potrebbe avere dei piccoli problemi alla vista e all'udito... Ma non per questo sarà meno amata o meno rimproverata, concordano i due genitori. Al castello non mancano le marachelle e le sgridate, dunque. Ma, soprattutto, non manca la gioia. Annabella ama disegnare e conosce il potere dell'illustrazione: la casa è tappezzata dai suoi capolavori ed invasa da un'allegria assai contagiosa...
I disegni della principessa Annabella è un racconto semplice ed efficace nel narrare la storia di una bambina affetta dalla Sindrome di Down. Ma, e soprattutto, ci parla anche del rapporto particolare che Annabella, la protagonista, ha con il disegno. Un rapporto che non può che apparirci come metafora di uno dei possibili strumenti ai quali i bambini e chi li circonda possono attingere, nel delicato percorso della crescita, per superare le difficoltà e le apparenti diversità. Il rapporto con il segno e il colore è un dono, ma anche una risorsa strategica per superare problemi che sembrano insormontabili. Ad una prima lettura tuttavia, la distanza tra il ruolo particolare affidato al disegno sul piano narrativo (ma è una delle letture possibili, la mia) e i toni non eccessivamente brillanti delle illustrazioni appare incolmabile. Le buone intenzioni di certo non mancano, seppure il progetto, al di là dell'argomento trattato, sembra indugiare troppo sulla superficie senza azzardare mai un tuffo nella profondità.
I disegni della principessa Annabella è un racconto semplice ed efficace nel narrare la storia di una bambina affetta dalla Sindrome di Down. Ma, e soprattutto, ci parla anche del rapporto particolare che Annabella, la protagonista, ha con il disegno. Un rapporto che non può che apparirci come metafora di uno dei possibili strumenti ai quali i bambini e chi li circonda possono attingere, nel delicato percorso della crescita, per superare le difficoltà e le apparenti diversità. Il rapporto con il segno e il colore è un dono, ma anche una risorsa strategica per superare problemi che sembrano insormontabili. Ad una prima lettura tuttavia, la distanza tra il ruolo particolare affidato al disegno sul piano narrativo (ma è una delle letture possibili, la mia) e i toni non eccessivamente brillanti delle illustrazioni appare incolmabile. Le buone intenzioni di certo non mancano, seppure il progetto, al di là dell'argomento trattato, sembra indugiare troppo sulla superficie senza azzardare mai un tuffo nella profondità.