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I peccati di Marisa Salas

I peccati di Marisa Salas

Luis Isla ha ventotto anni ed è figlio unico. Suo padre fa il camionista e per questo trascorre molto tempo lontano da casa. Quando torna dai suoi viaggi si comporta come se suo figlio e sua moglie fossero due estranei. Luis sente che suo padre lo considera un fallimento, un essere che vive “a scrocco” in una casa che gli è stata regalata e che non ha guadagnato in nessun modo. Come se non bastasse, trascorre le sue giornate a fingere di studiare per preparare un concorso che, con molta probabilità, non arriverà mai a sostenere. Sua madre, invece, brilla agli occhi di suo padre. L’uomo, dopo tutti questi anni, continua ancora a guardarla con l’espressione di chi si domanda cosa mai abbia fatto per meritarsi una fortuna del genere. Ed è proprio grazie a sua madre che la vita della loro famiglia sta per cambiare completamente... Marisa Salas è una professoressa sulla sessantina. In realtà, è anche un’ex scrittrice, ma ormai nessuno ricorda più il romanzo che ha pubblicato nel 1989, Giorni di sole. Nemmeno i suoi affetti più cari ne sono mai stati a conoscenza. È convinta che il trattamento che trent’anni prima ha ricevuto da parte del mondo dell’editoria è stato ingiusto ed è per questo motivo che si tiene sempre bene alla larga dalle librerie. Specialmente quando le loro vetrine pubblicizzano le uscite dei nuovi bestseller della scrittrice Carolina Cox. Anche Carolina, infatti, aveva pubblicato il suo romanzo d’esordio, Tetti rossi, nel 1989 con lo stesso editore di Marisa. Lei, però, ha fatto il botto fin da subito, diventando in breve tempo una scrittrice di enorme successo. Quella mattina, a differenza di ciò che accade di solito, Marisa nota che le copie dell’ultimo romanzo della Cox sono relegate decisamente in secondo piano all’interno della libreria del centro commerciale. Lo zelante commesso, infatti, le rivela che le vendite non stanno andando granché bene, specialmente se paragonate a quelle del successo editoriale del momento, il romanzo d’esordio di un promettentissimo giovane autore: Sogni insondabili, di Luis Isla. Soddisfatta da questa inaspettata notizia, Marisa inizia a sfogliare con curiosità le prime pagine del libro di Isla e per poco non ha un mancamento. Sta forse iniziando ad avere le allucinazioni? Ma no, impossibile sbagliarsi. Quelle che scorrono davanti ai suoi occhi, riga dopo riga, sono inequivocabilmente le parole che lei, trenta anni prima, aveva messo nero su bianco nello stesso identico ordine mentre componeva nel suo appartamentino da madre single Giorni di sole...

Dopo l’enorme successo del suo thriller psicologico Il profumo delle foglie di limone, che nel 2010 le è valso il Premio Nadal, il più antico premio letterario spagnolo, e del romanzo Le cose che sai di me, sempre edito in Italia da Garzanti, con cui nel 2014 si è aggiudicata il Premio Roma Sezione Narrativa Straniera, l’autrice spagnola Clara Sánchez torna con un nuovo conturbante romanzo. La trama dell’opera non è affatto scontata come potrebbe apparire soffermandosi soltanto a leggere la quarta di copertina. È questa, infatti, la vera forza che spinge il lettore a volerne sapere di più e che lo porta ad arrivare tutto d’un fiato all’ultima pagina, quasi senza che se ne renda conto. I temi che fanno da filo conduttore all’intera opera sono quelli del diritto d’autore, del plagio e, non ultimo, del ghost writing. Date queste premesse, poi, è impossibile non inserire il libro all’interno del gruppo degli ottimi esempi di metaletteratura dell’era moderna. I capitoli vengono narrati in prima persona dai due personaggi principali dell’opera, Luis Isla e Marisa Salas, che si alternano con più o meno regolarità. All’interno delle loro narrazioni, poi, appaiono numerose digressioni sul passato di entrambi, che contribuiscono a caratterizzarli con ancor più precisione. Ciò che appare subito evidente, comunque, è come questi due personaggi abbiano in comune molto più del libro conteso Giorni di sole/Sogni insondabili. Entrambi, infatti, credono di avere il controllo del proprio destino ma, man mano che ci si addentra nel romanzo, si comprende quanto siano in realtà mossi come marionette attraverso i fili tirati a turno da tutti gli altri personaggi che gravitano loro attorno, con i quali sembrano sviluppare rapporti piuttosto morbosi e quasi mai del tutto sinceri. L’arguzia con cui l’autrice tesse la sua trama e fa evolvere la psicologia dei personaggi rende al lettore molto difficile schierarsi con convinzione con l’uno o l’altro, senza mettere in discussione la propria scelta dopo poche pagine. Elemento di disturbo della narrazione, ma che al contempo ne rende ancora più accattivante la lettura, è l’impossibilità di comprendere (o meglio, decidere) chi tra loro stia effettivamente agendo al fine di ottenere una giustizia obiettiva e non soltanto per un mero tornaconto personale. Lo stile della Sánchez è, come sempre, una garanzia di raffinatezza ed eleganza, e contribuisce a rendere la prosa scorrevole fino all’ultima pagina, che lascia volutamente il lettore con un enorme punto interrogativo.