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I sette mariti di Evelyn Hugo

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Monique Grant abita in un appartamento delle dimensioni di una scatola di sardine a Brooklyn, New York City. Ha trentacinque anni ed è appena stata mollata da David prima ancora di riuscire a festeggiare un anno di matrimonio. Lavora per “Vivant”, una delle testate giornalistiche più di tendenza, ma dopo un anno di collaborazione il massimo che è riuscita a pubblicare con loro è una serie di articoletti di infimo livello. Francamente, è innegabile che stia passando un vero e proprio periodaccio. Ed è per questo che non crede alle sue orecchie quando Frankie Troupe, direttrice della rivista, le sgancia una notizia bomba: i collaboratori di Evelyn Hugo, star assoluta di Hollywood dagli anni Cinquanta agli Ottanta, ha richiesto espressamente di lei per un’intervista esclusiva. Non che la redazione non abbia tentato di proporre dei nomi alternativi, ma la risposta da parte del team della Hugo è stata lapidaria: “O Monique Grant o Evelyn rinuncia”. A Frankie non resta che affidarle questo importantissimo compito, sperando che la giovane giornalista non si faccia mettere i piedi in testa dalla Hugo e che riesca a dare alla rivista l’articolo dell’anno. Evelyn Hugo non è soltanto famosa per i suoi sette matrimoni, per essere ancora oggi l’emblema del fascino e dell’eleganza o per i numerosi scandali hollywoodiani a cui è sopravvissuta. Molta della sua fama è dovuta soprattutto al suo essere da anni sfuggente a qualsiasi contatto con la stampa. Questa che si presenta davanti a Monique è, senza ombra di dubbio, l’occasione di dare finalmente una svolta alla sua carriera. Per questo, all’incontro con Evelyn Hugo, si presenta al massimo della professionalità, con un look che la mette a suo agio e pronta a raccogliere qualsiasi dichiarazione l’anziana attrice intenda condividere con lei. Peccato che Evelyn, una volta faccia a faccia con la giornalista, ammetta di averla convocata con l’inganno: non ha nessuna intenzione di rilasciarle alcuna intervista da pubblicare su “Vivant”. Quello che vuole da Monique è che la aiuti a scrivere la storia della sua vita, un racconto biografico completo ed esclusivo sotto forma di libro. Ma a una condizione: la pubblicazione dovrà avvenire soltanto dopo che Evelyn sia morta…

Dopo l’enorme successo negli Stati Uniti, la scrittrice americana Taylor Jenkins Reid sbanca finalmente anche in Italia con questo romanzo davvero accattivante, I sette mariti di Evelyn Hugo, il cui adattamento in una miniserie televisiva sembra essere in preparazione per Touchstone Television Studios sotto la direzione di Ilene Chaiken e Jennifer Beals. Ispirata alla vita di alcune famose star del cinema come Elizabeth Taylor, Ava Gardner e Rita Hayworth, in questo suo romanzo la Jenkins Reid accende e punta prepotentemente i riflettori su quei lati di Hollywood, ma non solo, che in passato si era preferito mantenere in ombra. Il tutto utilizzando come protagonista della sua storia un'enigmatica attrice immaginaria, Evelyn Hugo, newyorchese di origine cubana. La storia della sua vita, che la Hugo racconta alla giornalista Monique Grant, è affascinante, commovente e semplicemente irresistibile. La divisione dei capitoli rispecchia le varie fasi della vita della Hugo, che vengono scandite attraverso i suoi sette matrimoni. Qua e là, poi, il racconto in prima persona di Evelyn Hugo si interrompe per fare spazio ad alcuni articoli di rotocalchi dell’epoca, che proseguono la narrazione degli eventi, espediente decisamente geniale da parte dell’autrice, che aggiunge quel tocco di realismo in più all’intero romanzo. Le stesse atmosfere della Hollywood degli eccessi sfavillanti, ma anche della solitudine interiore, sono descritte in maniera magistrale dalla Jenkins Reid che, con un passato nell’ambito della produzione cinematografica, conosce piuttosto bene l’ambiente losangelino. Sebbene all’apparenza possa sembrare un libro quasi frivolo, tra le sue pagine vengono toccati anche temi molto attuali e delicati come la violenza sulle donne, l’omosessualità e l’alcolismo. Anche il finale, per quanto appaia in parte scontato fin dall’inizio della storia, riesce a commuovere e richiede qualche attimo per riflettere su quanto è appena avvenuto sotto gli occhi del lettore. Le scelte finali di entrambe le protagoniste, infatti, per quanto molto differenti tra loro, fanno comprendere quanto sia fondamentale avere la possibilità di compiere liberamente il proprio volere e che non sempre la verità sia la soluzione migliore, soprattutto quando potrebbe portare alla sofferenza di qualcuno che si ama.