
A Joseph Kestler non serve molto per capire di avere una malattia incurabile: gli basta osservare il fortissimo imbarazzo del suo medico curante e il fatto che l’unica terapia che gli venga prescritta consista in qualche analgesico e un po’ di morfina. Un segnale evidente di resa, ma anche del fatto che non gli rimane molto da vivere. Sapere di avere i giorni contati è una tragedia per tutti, ma per lui questo è ancora più vero visto che di tempo ne avrebbe proprio bisogno, per riuscire a portare a termine l’impresa alla quale ha consacrato tutta la sua vita. Anche se nessuno lo sa, infatti, Kestler è un mago, o meglio un cabalista. Anni e anni di studio indefesso e solitario gli hanno concesso di decifrare gli antichi codici e di impadronirsi del segreto che in essi è custodito. Ora che la fine della sua esistenza terrena è sempre più vicina, Kestler deve riuscire a portare a termine la sua opera. Deve ricontrollare tutte le sue carte, per essere sicuro di aver tenuto conto di tutti i particolari e di non aver tralasciato alcun elemento essenziale. Deve riuscire a distillare tutte le conoscenze che è venuto via via accumulando nel corso del tempo in uno scritto che possa essere facilmente comprensibile e infine deve individuare la persona a cui affidare questo suo testamento spirituale, colui che dovrà farsi carico del suo messaggio una volta che lui non ci sarà più. È una scelta importante, dal momento che le tecniche che lui è riuscito a sviluppare sono estremamente potenti, e non si può correre il rischio che possano finire in mani sbagliate. Il compito sarebbe già di per sé abbastanza gravoso, ma c’è un ulteriore elemento a renderlo ancora più arduo. Anche se Kestler ha lavorato tutta la sua vita nella più assoluta indifferenza del mondo, i suoi sforzi non sono passati del tutto inosservati. Da tempo lui si sente non solo spiato, ma in qualche modo anche perseguitato, da una presenza inquietante. Si tratta del Ghermitore, la personificazione delle forze del male, che sembra essere molto interessato a rubargli il frutto dei suoi studi per poterli volgere a suo esclusivo vantaggio…
La prima edizione de Il cabalista, che Urania ripropone qui nella sua collana dedicata ai capolavori della fantascienza, risale al 1985. Il romanzo rappresenta l’opera seconda di Amanda Prantera, scrittrice inglese che si è trasferita in Italia all’età di 22 anni. In questo come in altri suoi lavori, la Prantera affronta aspetti legati al soprannaturale e all’occulto, argomenti che spesso sono stati lasciati ai margini della narrativa fantascientifica. Ambientato in una Venezia che rappresenta lo sfondo ideale per una vicenda ammantata di mistero e di echi storici, Il cabalista si lascia apprezzare per l’originalità del tema e per la costruzione del personaggio principale, verso il quale il lettore è portato a sviluppare una inevitabile empatia. La forte focalizzazione sul punto di vista di Kestler finisce però per rappresentare anche un limite: la vicenda è infatti del tutto filtrata attraverso gli occhi del protagonista, lasciando molto poco spazio sia ai personaggi di contorno che agli snodi della vicenda. Questo tipo di focalizzazione ostacola la possibilità di creare una tensione narrativa adeguata e a peggiorare ulteriormente le cose si aggiunge anche la scelta, in certi passaggi, di adottare un narratore onnisciente che anticipa determinati snodi narrativi, preannunciando eventi che devono ancora accadere. Si tratta di una impostazione abbastanza inusuale nella letteratura fantascientifica e che risulta non poco penalizzante. Se l’autrice avesse scelto un diverso punto di vista forse il risultato sarebbe stato più efficace e questo le avrebbe permesso di valorizzare al meglio un tema tanto originale.