
Una bambola con i capelli di lana chiara, un abito di stoffa verde e il volto sorridente è il regalo per il terzo compleanno di Valeria Messalina. È il suo adorato papà che gliela regala e, in quella tiepida giornata primaverile, lei è una bella bambina felice. Quella bambola la accompagnerà per lungo tempo, come unico ricordo di suo padre morto prematuramente. Sua madre, Domiziana Lepida, sposa in seconde nozze Fausto Cornelio Silla, un detestabile aristocratico. Dopo due anni, nasce il loro figlio Felice e Valeria Messalina si sente sempre più sola e abbandonata da tutti. Anche se è una bambina studia con curiosità, specie la geografia: è un modo per fuggire con la fantasia alla tristezza che l’opprime. Intanto cresce Messalina, in intelletto e bellezza. Qualche volta ha il permesso di uscire fuori dal palazzo con la sua ancella Panfilia: vanno al Foro, mescolandosi al via vai di gente, senatori, mercanti, bambini che giocano. Davanti alle taverne che arrostiscono salsicce si tura il naso, quell’odore la disgusta, preferirebbe profumi e unguenti. Panfilia, accorta e premurosa, la redarguisce dicendole che adesso ha la bellezza e lo splendore della sua età e avrà tempo per profumarsi. Quanto avrebbe voluto che la sua ancella fosse la sua mamma, lei è affettuosa e simpatica, ma è solo una schiava, così le ha insegnato Domizia. È a Panfilia che Messalina confida crescendo i suoi turbamenti, vuole sapere che cos’è l’amore e sogna un uomo bello. Lei, che dorme ancora con le candele accese e la sua vecchia bambola vicino, è diventata una splendida donna, la più bella di Roma. La saggia Panfilia frena i suoi sogni d’amore: “Sei libera e sei ricca, ma sei donna. La tua famiglia deciderà per te”. E così sarà. Giunge dall’Imperatore Caligola la proposta di matrimonio. Non potendola avere per sé, pur desiderandola ardentemente, dà in sposa la diciassettenne Valeria Messalina a suo zio Claudio...
Con Il canto di Messalina Antonella Prenner aggiunge un altro tassello alla sua galleria di grandi personaggi della romanità. Si tratta della storia della vita di questa ragazza imperatrice, la donna più bella di Roma, che a 17 anni fu costretta a sposare Claudio, un uomo molto più anziano di lei, zoppo e balbuziente. Chiaramente questo matrimonio spezza tutti i suoi sogni giovanili e le aspettative di una vita felice e innamorata. Di Messalina si parla sempre come un’icona di perversione, un essere sanguinario, donna bellissima e maledetta al tempo stesso, una vera e propria femme fatale. Il mondo antico è così che ce la tramanda soprattutto attraverso le satire di Giovenale, che ha scritto su di lei versi tremendi, pur non avendola mai conosciuta personalmente. Nelle sue accurate ricerche la Prenner ha trovato un testo scritto dal medico della corte di Claudio, Scribonio Largo. È probabilmente innamorato di Messalina, soggiogato dalla sua straordinaria bellezza e crea solo per lei un dentifricio sbiancante, perché vuole che il sorriso dell’imperatrice brilli su tutto. L’autrice parte da questa immagine di giovane donna sorridente per illustrarci la sua Messalina, che non è solo una donna bellissima, perversa e sanguinaria, ma una ragazza costretta dalle circostanze del potere a sposare un uomo che non ama e a vivere una vita di grande infelicità. Questo nuovo sguardo la rende un personaggio sfaccettato e affascinante e sarà proprio la speranza nefasta di poter vivere un amore che porterà Messalina alla sua fine. Il canto di Messalina è un romanzo, ma le pazienti ricerche della Prenner danno una vera, credibile e documentata ricostruzione d’ambiente: i cibi e le bevande, i palazzi, i mosaici, l’abbigliamento e le acconciature, i gioielli e i vestiti. Sono altrettanto vere le tipologie di relazioni che si instauravano tra uomini e donne. L’autrice si immerge sia nelle fonti di carta che in quelle di pietra. I luoghi del romanzo possiamo ancora visitarli: il Foro, il Palatino, la villa di Tiberio a Sperlonga con la sua splendida baia oggi sommersa. All’Ara Pacis Augustae è dedicata una scena del romanzo molto emozionante, quando Claudio riunisce lì tutta la famiglia per mostrare loro la gloria di Augusto. Alla morte di Caligola, Claudio viene dichiarato imperatore e Messalina si ritrova addirittura imperatrice. Comincia la nuova vita di questa donna, che diventa cinica: ha il potere assoluto nelle sue mani, può vendicarsi, uccidere, fare l’amore con chi vuole, dedicarsi ai piaceri più estremi, condannare e graziare. I suoi due figli non sono al centro dei suoi affetti e Claudio è uno strumento che può piegare ai suoi voleri. Il canto del titolo può essere parafrasato in urlo, perché Messalina è profondamente infelice per il suo matrimonio: le ali spezzate della sua gioventù si sono trasformate in odio e cieco risentimento. Il filo che unisce Messalina alle donne di oggi è quello della violenza psicologica o fisica, entrambe subite da Messalina: e il potere esercitato per la sua rivalsa non le ha restituito la serenità. Antonella Prenner si serve di una lingua efficace e moderna nelle descrizioni più dolorose e cruente, ma anche di delicata raffinatezza nelle tante pagine in cui si evidenzia la personalità sofferente di una donna. Il rapporto con l’amica più anziana Arria, elegante matrona fedele al suo uomo fino alla morte, sarà un sostegno per Messalina. Persa lei, persa Panfilia, non le resterà che gettarsi a capofitto nelle tenebre della sua anima, da cui però non ci sarà ritorno.
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