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Il cerchio di pietre

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Seduto sulla panchina del parco vicino alla sua casa di Asti, Vincenzo si guarda intorno con discrezione. A quell’ora il parco è poco frequentato, complice anche la calura insopportabile: una ragazza porta a spasso il cane mentre una coppia di anziani si gode l’ombra su una panchina poco distante da lui. Eppure, nonostante la tranquillità del luogo, non riesce a rallentare il martellare del suo cuore; le allucinazioni stanno diventando sempre più frequenti e cruente, Vincenzo vuole capire fino in fondo da cosa possono essere causate. Per quello ha deciso di fare una ricerca sullo smartphone e se trova qualcosa di interessante, due passi e può stampare il materiale da casa sua. Apre il motore di ricerca e digita con le dita sudate “allucinazioni”; il primo risultato è quello di Wikipedia che riporta come allucinazione “una falsa percezione in assenza di uno stimolo esterno, e possono verificarsi in ognuna delle modalità sensitive”. L’odore di uova marce è il primo segnale di quando sta per averne una, pensa Vincenzo, mentre freneticamente continua a scorrere la pagina in cerca delle possibili cause del fenomeno. Esclude a priori l’essere schizofrenico o un tumore al cervello: i sintomi – per fortuna - non combaciano ma neanche questo riesce a dargli un minimo di serenità. A essere ricorrente, però, nei risultati della ricerca è la parola “sciamano”. Vincenzo apre il primo link di questo tipo ed ecco che finalmente trova, nero su bianco, quello che da ormai una settimana lo terrorizza e lo affascina al contempo…

Inizia in un caldo pomeriggio d’estate, l’esordio letterario di Enrico Graglia, vincitore del premio “Vallavanti Rondoni” nel 2019. Un tranquillo bagno nell’Erro diventa lo spunto per la creazione di un romanzo nel quale il fantasy, il weird, il gotico e l’horror si mescolano sapientemente dando vita a una storia anche di crescita personale. Protagonisti Vincenzo, Lavinia e Saverio, chiamati a essere partecipi dello scontro più antico: quello tra Bene e Male e al contempo trovare un loro posto nel mondo. Una scrittura fluida e coinvolgente, quella di Graglia, in grado di catturare il lettore e di trascinarlo - insieme ai suoi protagonisti - nel mondo dell’incubo che popola il romanzo. Nonostante la lentezza di alcuni capitoli – forse troppo ricchi di dettagli e descrizioni – il ritmo del libro si mantiene piacevole, grazie ad altrettante parti ricche di pathos e azione. Rintracciabili le influenze di grandi scrittori del genere e anche alcuni cliché, reinterpretati però in maniera originale dall’autore in modo da regalare al lettore una nuova esperienza di lettura. Un libro adatto sicuramente agli amanti del genere ma in grado di suscitare interesse anche in un pubblico non abituato a un certo tipo di narrativa: chissà che Graglia, nel suo piccolo, non possa contribuire con il suo romanzo all’aumento degli amanti del dark in letteratura.