
Mestre, notte. Nel quartiere Piave dei ragazzini danno fuoco a un uomo che vive per strada, nei pressi della stazione. Lorenzo Fabbri è nato e cresciuto in quella città, ma da qualche anno vive a Milano ed è uno scrittore di successo. La mattina un poliziotto telefona a Lorenzo per comunicargli che nello zaino dell’uomo ustionato è stata rinvenuta una copia del suo romanzo e al suo interno era appuntato un numero di telefono. L’accaduto porta Lorenzo a riflettere e in particolar modo ad interrogarsi sulla strana coincidenza del suo libro ritrovato nello zaino del clochard. Anche in passato un libro ha segnato la giovinezza dello scrittore e non soltanto la sua, ma anche quella dei suoi amici d’infanzia, Emanuele e Sara. Durante l’estate di venti anni fa infatti i tre amici trascorrevano le giornate a leggere di nascosto It di Stephen King e davano vita, come i protagonisti del bestseller, al loro “club dei perdenti”. “Soltanto ora a distanza di quasi venti anni, capisco perché quel romanzo significò così tanto per noi. Non fu soltanto la storia horror a irretirci, né le parolacce, né le pagine di sesso, per noi ancora quasi sconosciuto. Quella storia ebbe così presa perché anche noi due, per motivi diversi, ci sentivamo dei perdenti. Ma quei ragazzini nel Maine ci avevano insegnato che, uniti, i mostri si possono sconfiggere”. Lorenzo non conosce l’identità della vittima ma inizia a sospettare che quell’ estraneo e la sua vita potrebbero essere in qualche modo legate tra loro...
Chi ha amato e letto It di Stephen King troverà davvero piacevole il romanzo di Giulia Rossi. La storia è ambienta nella città dove è nata e cresciuta, Mestre. In particolare, nel quartiere Piave, che è spesso purtroppo salito (e continua a salire) alla ribalta della cronaca per episodi di violenza o per altri reati. L’autrice, pur non risparmiando critiche al suo quartiere, evidenzia anche moltissimi aspetti positivi: la solidarietà tra gli abitanti del luogo, l’amicizia e l’amore per la propria città. Il romanzo affronta argomenti sociali sempre molto attuali che riguardano in particolar modo, ma non solo, i quartieri delle periferie delle nostre città: l’emarginazione, il disagio familiare e giovanile. La Rossi per scrivere questo romanzo ha preso spunto non solo dal libro di Stephen King, ma si è ispirata anche a Espiazione di Ian McEwan, dal quale ha tratto l’idea di come un romanzo possa aiutare il suo autore a redimersi dalla propria colpa per un errore commesso nella vita reale. Il club dei perdenti è – nonostante i riferimenti letterari - un romanzo autentico, una storia originale e sincera. La scrittura della Rossi è semplice, piacevole ma non banale, ne è un esempio questa frase che se vogliamo racchiude il senso di tutta la vicenda: “Un romanzo è sempre vero. Anche quando non racconta la verità”.