Salta al contenuto principale

Il criminale pallido

ilcriminalepallido

Berlino, 1938. La morsa tedesca sull’Europa si sta stringendo sempre di più: ormai è chiaro a tutti che Adolf Hitler voglia portare il Vecchio continente alla guerra e affermare la supremazia del Terzo Reich. La vita di Bernie Gunther, nel frattempo, è cambiata: la sua ultima storia d’amore è naufragata quando Inge, due anni prima, è semplicemente scomparsa, e questo lo ha incupito più di quanto lo fosse prima; inoltre, si è messo in società con Bruno Stahlecker, ex collega quando Bernie faceva parte della Polizia criminale, la Kripo. Gli affari vanno a gonfie vele fino a quando, dopo aver risolto un caso apparentemente semplice, Bruno viene ucciso e Bernie si ritrova di nuovo da solo. Nel frattempo, a Berlino sembra aggirarsi un serial killer che negli ultimi quattro mesi ha rapito, violentato, ucciso e mutilato quattro ragazzine tedesche. Per questo motivo, con la promessa di trovare chi ha ucciso Bruno, l’Obergruppenführer Reinhard Heydrich costringe Gunther al reintegro nella Kripo, con il grado di commissario, per poter sfruttare appieno le sue doti investigative: è inconcepile, infatti, che un serial killer si aggiri indisturbato per le strade della Germania nazista. Così Bernie Gunther, aiutato da Marie Kalau vom Hofe, psichiatra legale dell’ospedale Charité di Berlino e Hans Illmann, professore di Medicina legale all’università Friedrich Wilhelm, inizia le sue indagini, addentrandosi in una vicenda oscura, in un piano criminale da cui nascono i delitti delle giovani ariane: un disegno eversivo che potrebbe cambiare per sempre lo status quo

Dopo Violette di marzo, torna Philip Kerr, autore scozzese scomparso nel 2018, con Criminale pallido, secondo episodio della trilogia berlinese che vede protagonista l’investigatore privato Bernie Gunther. Siamo nel 1938 e Adolf Hitler ha ormai scoperto le carte: sono infatti chiare le sue intenzioni sullo scatenare un conflitto europeo dopo la questione dei Sudeti e l’Anschluss. In questo scenario si muove Bernie Gunther, costretto a districarsi in una Berlino violenta, antisemita, militarizzata e corrotta; a fare i conti con le proprie convinzioni e debolezze; a seguire il suo personalissimo senso della giustizia, in un Paese in cui questo concetto ha perso ogni forma di declinazione. Criminale pallido è un giallo dalle forti tinte nere, costruito attraverso uno stile tagliente e ironico; un romanzo che mescola sapientemente la finzione narrativa alla verità storica, con i puntuali richiami alla situazione del tempo e riferimenti letterari espliciti, primo fra tutti Berlin Alexanderplatz di Alfred Döblin. Un’opera che, come spesso accade, attraverso la trama gialla apre una finestra su un periodo storico complesso e travagliato, con un protagonista le cui caratteristiche trovano compimento nella citazione di un passo di Così parlo Zarathustra di Friederich Nietzsche da cui il romanzo prende il titolo: “Mi disgustano molte cose della vostra brava gente, e non mi riferisco certo alla loro malvagità. Come vorrei che fossero presi da una pazzia che li portasse alla distruzione, come questo criminale pallido. Davvero, vorrei che la loro pazzia fosse chiamata verità, o lealtà, o giustizia: invece la virtù serve loro solo per vivere a lungo e in meschina agiatezza”.