
Due lunghe interviste ad Albert Hoffmann, l'anziano chimico svizzero che per primo ha sintetizzato la Dietilamide dell'acido lisergico (Lysergsaure-Diathylamid), meglio nota come Lsd, una delle sostanze psicotrope ed allucinogene più potenti mai apparse sulla faccia della Terra, che ha cambiato completamente la faccia del mondo delle droghe, ma anche della poesia, dell'arte, della musica, aprendo una nuova via all'antichissima pratica umana dell'espansione rituale della coscienza attraverso l'assunzione di sostanze chimiche. Nelle parole di Hoffmann rivivono gli anni della ricerca, della consacrazione, delle polemiche mentre scopriamo tutti i retroscena di una decisiva avventura scientifica...
16 aprile 1943. Il giovane chimico Albert Hoffman sta testando alcuni alcaloidi derivati della segale cornuta (Claviceps purpurea, il famoso parassita delle Graminacee) per sintetizzare un nuovo cardiotonico, quando avverte una strana sensazione, una sorta di ubriachezza e di iperattività dell'immaginazione. Hoffmann sospetta che i sintomi siano causati dall'accidentale contatto con una sostanza denominata Dietilamide dell'acido lisergico, e così tre giorni dopo, il 19 aprile, ne assume un quarto di milligrammo. E' l'inizio di una notte da incubo: Hoffmann viene travolto da una valanga inattesa e potentissima di allucinazioni visive e sonore, sdoppiamento della coscienza, sensazione di angoscia invincibile e alterata percezione dello spazio e del tempo. Il diario di quell'esperienza è il primo, avvincente capitolo di una epopea non solo scientifica, ma culturale in senso lato: dopo un tentativo della CIA di sfruttare la sostanza in chiave militare, negli anni '50 e '60 vive un inatteso Rinascimento l'arcaica tradizione umana dei rituali di espansione della coscienza mediante l'assunzione di droghe, e l'Lsd conosce un successo quasi di massa. Le due interviste raccolte nella villa tra i boschi di Hoffmann in tempi diversi da Gnoli e Volpi, che abbandonano nell'occasione i loro studi filosofici (infatti è proprio da una loro conversazione con Ernst Junger che nasce il contatto con Hoffmann, vecchio amico e compagno di Lsd del filosofo tedesco), ci regalano tutta intera la figura affascinante e "semplicemente" complessa di un uomo squisito, uno scienziato quasi centenario che è stato artefice e testimone di un momento fondamentale e non ancora messo in archivio della storia umana. In poco più di cento, interessantissime pagine che si leggono d'un fiato, tra cronache scientifiche, approfondimenti storici, prospettive mediche, retroscena quasi spionistici, dibattiti filosofici, fenomeni di costume e polemiche sociali ci troviamo tutti sullo zerbino davanti alle porte della percezione, sulla soglia di grandi cambiamenti.
16 aprile 1943. Il giovane chimico Albert Hoffman sta testando alcuni alcaloidi derivati della segale cornuta (Claviceps purpurea, il famoso parassita delle Graminacee) per sintetizzare un nuovo cardiotonico, quando avverte una strana sensazione, una sorta di ubriachezza e di iperattività dell'immaginazione. Hoffmann sospetta che i sintomi siano causati dall'accidentale contatto con una sostanza denominata Dietilamide dell'acido lisergico, e così tre giorni dopo, il 19 aprile, ne assume un quarto di milligrammo. E' l'inizio di una notte da incubo: Hoffmann viene travolto da una valanga inattesa e potentissima di allucinazioni visive e sonore, sdoppiamento della coscienza, sensazione di angoscia invincibile e alterata percezione dello spazio e del tempo. Il diario di quell'esperienza è il primo, avvincente capitolo di una epopea non solo scientifica, ma culturale in senso lato: dopo un tentativo della CIA di sfruttare la sostanza in chiave militare, negli anni '50 e '60 vive un inatteso Rinascimento l'arcaica tradizione umana dei rituali di espansione della coscienza mediante l'assunzione di droghe, e l'Lsd conosce un successo quasi di massa. Le due interviste raccolte nella villa tra i boschi di Hoffmann in tempi diversi da Gnoli e Volpi, che abbandonano nell'occasione i loro studi filosofici (infatti è proprio da una loro conversazione con Ernst Junger che nasce il contatto con Hoffmann, vecchio amico e compagno di Lsd del filosofo tedesco), ci regalano tutta intera la figura affascinante e "semplicemente" complessa di un uomo squisito, uno scienziato quasi centenario che è stato artefice e testimone di un momento fondamentale e non ancora messo in archivio della storia umana. In poco più di cento, interessantissime pagine che si leggono d'un fiato, tra cronache scientifiche, approfondimenti storici, prospettive mediche, retroscena quasi spionistici, dibattiti filosofici, fenomeni di costume e polemiche sociali ci troviamo tutti sullo zerbino davanti alle porte della percezione, sulla soglia di grandi cambiamenti.