
Diciassette capitoli, esempio di seria riflessione e di approfondito esercizio di pensiero, si snodano in questo libro che si muove tra saggio e autobiografia, L’autore, filosofo e docente, nel primo capitolo dialoga con il proprio demone che lo ammonisce e lo provoca insieme. Le domande, i dubbi, le questioni della filosofia, tutto ciò che costituisce il suo principale interesse o ragion d’essere “è mettere in questione e comprendere idee assolutamnte comuni che noi tutti impieghiamo ogni giorno senza pensarci sopra” afferma Gorini, citando Thomas Nagel. In relazione al titolo del saggio, poi, confessa di essere doppiamente impertinente, sia quanto al suo pensare-dubitare-agire in modo inopportuno, sia per essere, talvolta, irrispettoso. Il filosofare del pensatore irrispettoso si esercita sugli argomenti del pensiero così come lo conosciamo nei filosofi classici: da Democrito, Socrate e Platone, fino a Spinoza, Diderot e Wittgenstein. Numerose sono le digressioni nel mondo della letteratura, con diversi riferimenti a Camus, del quale è la citazione in esergo, ma anche a Flaubert, Diderot e Leopardi ed è tenuta in gran conto anche la poesia con citazioni di Montale, Zanzotto, Machado. Non mancano, infine, considerazioni e riferimenti alla scienza. Interessante è scoprire, in chiusura, “una specie di bibliografia” relativa alle letture e al percorso intellettuale dell’autore...
Gorini, passando in rassegna i temi fondamentali del pensiero, espone anche il proprio percorso personale di riflessione e scoperta in campo filosofico. E lo fa in modo non privo di ironia e umorismo, con stile spigliato e di piacevole lettura, con riferimenti al presente non necessariamente accademici. L’autore si propone innanzitutto come pensatore che non vuole lasciarsi coinvolgere acriticamente dagli assunti consolidati, ma pone in discussione ogni affermazione e ogni ipotesi attraverso il fondamentale esercizio del dubbio: “Il dubbio è il primo passo, poi si comincia a riflettere; inoltre il filosofo deve collaborare con gli altri”, gli ricorda il demone con cui si intrattiene in costante colloquio. Pur essendo estremamente preoccupato per lo stato della terra, per le ingiustizie locali e globali, per i fanatismi e le intemperanze demagogiche, Gorini non offre soluzioni e risposte definitive, metafisiche, assolute, ma preferisce procedere secondo "una navigazione a vista", perché il saggio “dubita, critica, consiglia, indica un metodo per conseguire mete o evitare pericoli”. E, dato che spesso è proprio il filosofo a essere ritenuto saggio, questo è il compito che gli compete e che non può mai venir meno.