
Arlecchino e Corallina sono due giovani sposi, marìo e muggier paghi della loro semplice vita condotta nelle campagne del bergamasco. La loro felicità è preservata dall'estraneità dal mondo dei luoghi in cui vivono. Almeno fino a quando l'amenità della campagna non viene profanata da un essere malefico dotato di poteri magici, il genio cattivo. Questo sior barbon rappresenta il diavolo tentatore che strapperà i due giovani sposi dal giaciglio in cui si crogiolano beati, ignari dei mali del mondo. Tentatore per professione, influisce sulle menti dei due giovani promettendo piaceri e soddisfacimento di ogni terreno desiderio. Arlecchino è il primo a farsi accalappiare dal fare seducente del genio cattivo, che gli offre cibo e denaro. Cadendo così nell'ottica illusoria di un mondo che regala dolcezza, accetta in dono un anello magico. Poi è la volta di Corallina. L'anello è lo strumento grazie al quale i due contadini possono muoversi liberamente per il mondo tramite teletrasporto. È così allora che il genio cattivo li invita ad andare a Parigi, sede per eccellenza della mondanità del '700. Ma prima ancora di partire, Arlecchino e Corallina fanno maturare il frutto del seme della discordia gettato nei loro cuori dal genio, litigando per la quantità di denaro di ciascuno. Prontamente interviene un genio buono, antitesi del primo, che saggiamente cerca di risvegliarli dal torpore in cui sono caduti, cullati dalle funeste lusinghe del genio ammaliatore. A nulla valgono però le calde raccomandazioni, perché i due giovani sono ormai naufraghi nel mare delle passione sregolate. Al motto di "per el mondo, per el mondo!" allora si parte alla volta della Francia...
Quello che troviamo in questa commedia non è il Goldoni al quale ci hanno abituato pilastri della Commedia dell'arte come Il servitore di due padroni o La locandiera, ma un Goldoni rinnovato, pronto a sperimentare l'elemento fiabesco all'interno della sua opera. Pur conservando le tipiche maschere della tradizione, infatti, Goldoni le circonda di un'atmosfera incantata che crea attraverso la magia e le ambientazioni esotiche in cui si ritroveranno i due sposi nel corso della loro avventura. La Francia, infatti, è solo la prima delle mete ambite dal desiderio di scoperta di Arlecchino e Corallina che, in seguito, si recheranno a Londra e perfino ad Istanbul. L'ultima delle tappe è sicuramente la più suggestiva, lontana dall'immaginario della società del tempo. Qui, i due protagonisti si imbatteranno in mori furiosi, donne musulmane e cadì e rischieranno perfino la condanna a morte a causa delle bravate di Arlecchino, che tenterà di intrufolarsi nelle moschee per osservare le donne senza velo. Arlecchino è forse il personaggio su cui Goldoni vuole concentrarsi di più, sottolineandone l'aspetto ingenuo e inesperto, la sua inettitudine nello stare nella società. Ovviamente Arlecchino è una maschera e la critica verso di lui è esagerata come il suo comportamento. Lo vedremo infatti muoversi nelle diverse città inciampando in quelle che sono le regole di ciascun luogo perché non è in grado di comportarsi in maniera "civile". Ed è a questa caratteristica di Arlecchino che fa riferimento la battuta "se un Italian fa una bassezza, se mette in ridicolo el nome della nazion", che Goldoni usa per recriminare il disprezzo che i francesi hanno avuto nei suoi confronti in passato. Tutta la commedia è, abilmente, una critica alla società del mondo e, più nello specifico, una parodia delle tre società prese in esame: francese, inglese, musulmana.
Quello che troviamo in questa commedia non è il Goldoni al quale ci hanno abituato pilastri della Commedia dell'arte come Il servitore di due padroni o La locandiera, ma un Goldoni rinnovato, pronto a sperimentare l'elemento fiabesco all'interno della sua opera. Pur conservando le tipiche maschere della tradizione, infatti, Goldoni le circonda di un'atmosfera incantata che crea attraverso la magia e le ambientazioni esotiche in cui si ritroveranno i due sposi nel corso della loro avventura. La Francia, infatti, è solo la prima delle mete ambite dal desiderio di scoperta di Arlecchino e Corallina che, in seguito, si recheranno a Londra e perfino ad Istanbul. L'ultima delle tappe è sicuramente la più suggestiva, lontana dall'immaginario della società del tempo. Qui, i due protagonisti si imbatteranno in mori furiosi, donne musulmane e cadì e rischieranno perfino la condanna a morte a causa delle bravate di Arlecchino, che tenterà di intrufolarsi nelle moschee per osservare le donne senza velo. Arlecchino è forse il personaggio su cui Goldoni vuole concentrarsi di più, sottolineandone l'aspetto ingenuo e inesperto, la sua inettitudine nello stare nella società. Ovviamente Arlecchino è una maschera e la critica verso di lui è esagerata come il suo comportamento. Lo vedremo infatti muoversi nelle diverse città inciampando in quelle che sono le regole di ciascun luogo perché non è in grado di comportarsi in maniera "civile". Ed è a questa caratteristica di Arlecchino che fa riferimento la battuta "se un Italian fa una bassezza, se mette in ridicolo el nome della nazion", che Goldoni usa per recriminare il disprezzo che i francesi hanno avuto nei suoi confronti in passato. Tutta la commedia è, abilmente, una critica alla società del mondo e, più nello specifico, una parodia delle tre società prese in esame: francese, inglese, musulmana.