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Il grande manoscritto

L’ispettore Dejan Lukić posteggia la sua auto nell’unico spazio libero davanti al palazzo in via delle Querce. Lì ha un appuntamento con un’agente letteraria. L’ispettore è abbastanza scettico, forse un po’ annoiato. Uno dei mille soliti appuntamenti di routine. Invece… esattamente nel momento in cui Lukić stringe la mano alla donna precipita in un caso rocambolesco: che cosa è accaduto alla celebre scrittrice scomparsa che viveva in quell’appartamento? Che cosa ne è del manoscritto del suo romanzo ancora in fieri? Ben presto Lukić è attorniato da una miriade di personaggi bizzarri che sconvolgeranno totalmente la sua vita: l’agente letteraria sempre più irascibile e scontrosa, un pittore cieco, un abilissimo scassinatore, molti editori completamente privi di scrupoli, tutti sembrano desiderare il manoscritto scomparso. Tutti hanno un valido motivo per averlo loro stessi sottratto…
Zoran Živković, reduce dal grande successo de L’ultimo libro, torna a narrare – con grande abilità – le imprese (quasi il suo personaggio fosse un cavaliere) dell’investigatore Dejan Lukić. Il romanzo si apre con uno dei cliché di tutti i gialli che si rispettino, Agata Christie insegna: la porta della camera in cui scompaiono scrittrice e manoscritto è chiusa dall’interno, nessun segno di effrazione. Tutto in stile vecchio romanzo giallo. La storia poi si dipana con un plot assolutamente poco prevedibile, Živković si diverte a tenere il lettore sempre con il fiato sospeso. Le descrizioni sono perfette, dettagliate, il lettore segue passo passo i pensieri del protagonista e le deduzioni che lo porteranno, alla fine, a dipanare il groviglio di avvenimenti e a risolvere il mistero. L’amore e la dedizione per il mondo dei libri, traspare in filigrana lungo tutto il romanzo. L’autore non ha neppure intenzione di tenerlo nascosto: chi ama i libri lo noterà immediatamente. “Il grande manoscritto” è il sequel de “L’ultimo libro”: tranquilli però, non è strettamente necessario leggerli in ordine cronologico. Probabilmente, se non conoscete Zoran Živković, dopo la lettura di questo romanzo correrete a comprare il precedente. I gialli creano dipendenza, si sa.