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Il ladro di Monna Lisa

Il ladro di Monna Lisa
Domenica 20 agosto 2011, Parigi... Angelo, il vetraio italiano del Louvre, decide di fare un giro al museo per sconfiggere la noia festiva. È di casa e punta subito verso la Sala Quadrata che custodisce un ritratto di donna che lo lascia ogni volta senza parole. Si tratta della Monna Lisa, capolavoro di quel Leonardo Da Vinci che tanto lustro ha dato al suo paese d'orgine. La malia degli occhi Gioconda deve essere più potente del solito perché questa volta Angelo non si limita a contemplarla, ma comincia a pensare di essere lui l'oggetto di quello sguardo di velluto. Rapito senza possibilità di scampo dalla visione della dama fiorentina, Angelo agisce come in un sogno e sfruttando la sua conoscenza del museo riesce a rubare il quadro e a portarlo con sé. Lo tiene in casa, proprio sopra il letto. Ma la felicità di avere Monna Lisa finalmente tutta per sé dura poco perché l'amore si trasforma presto in ossessione e per sfuggire all'incantesimo il vetraio proverà a riportarla a casa, a Firenze...

Forse non tutti sanno che la Gioconda, probabilmente il ritratto più celebre al mondo, è stata davvero rubata dal Louvre (e in modo davvero rocambolesco) nel 1911 da tale Vincenzo Peruggia, italiano di Luino che si era occupato di mettere il dipinto sotto vetro per conto del museo. Dopo il furto, il vetraio custodì la preziosissima refurtiva per 28 mesi sotto il letto nella sua pensione parigina, prima di fare un goffo tentativo di restituzione alla madre-patria italiana attraverso un antiquario fiorentino: il tutto finito con l'arresto e il ritorno di Monna Lisa in Francia. Da questa sensazionale storia vera Géraldine Elschner tira fuori un racconto che indugia un po' troppo sull'ipotetico movente sentimentale del ladro, colto da una specie di sindrome di Stendhal (o di Firenze, appunto), tralasciando gli aspetti più cronachistici e aneddotici della vicenda. Il risultato è che la sovrabbondanza di parti liriche e visionarie oscura un po' lo svolgimento dei fatti che invece da soli, appena aggiustati per un pubblico infantile, basterebbero a “fare” il libro. Le raffinate tavole ad acquerello di Ronan Badel seguono passo passo gli umori della scrittura offrendo deliziosi scorci parigini e una grande varietà di prospettive. L'albo, della serie francese Pont des arts – dedicata ai grandi protagonisti della storia dell'arte, da Leonardo a Chagall – è comunque un spunto interessante per creare curiosità che la che scheda di approfondimento a fine volume comincia subito a soddisfare.