
Alessio Barbieri adora Strada Maggiore, perché è una social street e ha un cinema d’essai, ospita l’immutabile osteria Fondazza e soprattutto la sua libreria, Camere Separate. A un quarto d’ora a piedi da Camere Separate si trova la libreria di Monica, di cui Alessio è segretamente innamorato. Una volta a settimana, in un giorno mai uguale a quello dell’incontro passato, ad Alessio e Monica piace chiacchierare insieme sui tavoli di un posto sempre diverso da quello della volta precedente. E sempre, mentre mangiano panini di prosciutto e formaggio e bevono vino, il discorso si concentra presto sui clienti bizzarri e diventa quasi una gara alla ricerca delle stranezze più strane. Se normale è il cliente che entra cercando un libro di cui non sa nulla se non la trama, molto più particolare è il signore distinto ed elegante che si presenta ogni giorno alla stessa ora a Camere Separate e che si immerge tra gli scaffali esattamente per trenta minuti, per uscire poi, quasi imbarazzato, con un libro scelto apparentemente a caso. E che dire della cliente di Monica che sogna le trame di libri non ancora pubblicati? Ma le stramberie non sono solo dei lettori: come la mettiamo con uno scrittore di successo che pubblica regolarmente ogni ventiquattro mesi, ma non scrive una riga da venticinque anni? O con la giovane Samantha, il cui scopo nella vita è quello di vivere senza lavorare e che pur di riuscirci è disposta ad assecondare le manie di servizievoli feticisti?
È un racconto naïve e favolistico quello de Il libraio innamorato, una storia d’amore che comincia con Alessio e Monica tra le librerie di Bologna, ma che presto si allarga includendo altri protagonisti. Tutti legati da una parola: libri. Si tratta di personaggi che non hanno nulla a che fare tra loro, ma le cui vite in realtà sono destinate a incrociarsi. Artefice di questo incrocio è proprio Alessio, il libraio innamorato. Ognuno dei protagonisti ha un suo segreto e questo rende vario lo spettro di sentimenti e situazioni che compongono la storia. Peccato che l’evoluzione degli eventi sia prevedibile e un poco patinata, come se a tutti i costi dovesse verificarsi quel lieto fine che caratterizza le fiabe, di cui il romanzo segue lo schema (felice situazione di partenza > evento negativo che sconvolge gli eventi > risoluzione positiva). Peccato anche che Morozzi, prolifico scrittore bolognese, non riservi ad Alessio, a cui il titolo del libro è dedicato, uno spazio adeguato nella storia: benché sia la figura che permette il collegamento degli altri personaggi tra loro e che quindi manovra le redini degli eventi che portano agli intrecci finali, è il personaggio forse trattato più superficialmente, del suo carattere e dei suoi pensieri in realtà sappiamo molto poco. Insomma, il risultato è quello di una storia che potrebbe essere bella e far sognare e che invece risulta piuttosto insipida.