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Il libro di tutti e di nessuno

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Cosa si nasconde dietro il successo di un’autrice che, con la sola forza della sua scrittura, è riuscita a occupare un posto di primissimo piano nel panorama italiano e internazionale? Un’autrice che ha volutamente posto al centro del suo lavoro il tema della marginalità, che ha saputo rivisitare in modo del tutto originale una città come Napoli facendo di essa, al di là di ogni facile tentazione folcloristica, il simbolo di una condizione che riesce a colpire i lettori di tutti i luoghi del mondo? Un’autrice che parla di donne “come nessuno ha saputo fare prima”, accendendo i riflettori “su un vuoto che urlava da tempo il bisogno di essere colmato” e gettando le basi “di una concezione nuova di approccio all’esperienza di genere” in grado di superare i limiti stessi degli studi femministi? Una scrittrice “riconosciuta a livello internazionale come un’artista capace di un’influenza globale a tutti gli effetti, pur senza essersi mai presentata in forma corporea ed esprimendo la propria soggettività esclusivamente attraverso la parola scritta”?

La figura di Elena Ferrante si è imposta all’attenzione di pubblico e critica fin dal suo esordio nel 1992 con il romanzo L’amore molesto, oggetto anche di una riduzione cinematografica ad opera di Mario Martone. Il grande successo è poi arrivato nel 2011 con L’amica geniale, primo volume di una tetralogia a cui hanno fatto seguito Storia del nuovo cognome (2012), Storia di chi fugge e di chi resta (2013) e Storia della bambina perduta (2014). Libri tradotti in più di cinquanta Paesi e che hanno venduto milioni di copie, opere di una scrittrice per certi versi “misteriosa”, che ha sempre protetto il suo anonimato, facendo sorgere anche tesi discordanti in merito alla sua reale identità. Una scrittrice che nel 2016 ha avuto l’onore di essere inserita da “Time” nella lista delle 100 persone più influenti al mondo, a riprova di un successo in grado di andare ben oltre i confini nazionali. In questo Il libro di tutti e di nessuno Viviana Scarinci ripercorre tutte le tappe del percorso autoriale della Ferrante, prendendo in considerazione non solo i romanzi ma anche le interviste e i saggi contenuti nel volume La frantumaglia. Il libro analizza i temi fondamentali della narrativa della Ferrante, mettendo in luce il rapporto simbiotico dell’autrice con Napoli e l’influenza di scrittrici come Elsa Morante e Anna Maria Ortese, oltre a sottolineare la centralità delle figure femminili, colte nel loro difficile processo di emancipazione da una società nella quale il potere degli uomini è ancora predominante. Per chi ama i romanzi della Ferrante è un libro da consigliare, coloro che non conoscono le opere di questa scrittrice rischiano di perdersi in questo saggio così denso e appassionato.