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Il libro ebbro

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Ormai la loro storia è al capolinea. Marichka piange e Rodione non può fare altro che abbracciarla. Davvero, non può fare altro che inginocchiarsi sul tappeto accanto a lei e abbracciarla. Ma Marichka urla, non vuole essere toccata. È disperata, e la causa del suo dolore sono le persone: il padre, mai capace di volerle un po’ di amore puro, e lui, Rodione, il suo ragazzo ventinovenne che non può darle la sicurezza che cerca perché è uno studente in ritardo con la laurea, perché si ritiene uno scrittore nonostante nessuno in fondo abbia mai letto qualcosa di suo (eccezion fatta per le poesie scritte sui tovagliolini di carta della trattoria di Alfio), perché è uno “sprecone del meriggio”, perché passa le giornate a non far nulla con gli amici e a bere. Un ragazzo che deve ancora crescere. Si era illusa pensando che Rodione fosse calmo, pacato, equilibrato, ma in realtà è un’ombra; un’ombra che l’abbandona per ore, anche se poi, a dire il vero, torna sempre da lei. Un’ombra che ha bisogno della luce, Marichka…

A una prosa che scorre libera tra immagini fantastiche e sognanti si alternano liberamente i versi e la poesia di questo viaggio nella relazione tra Marichka e Rodione, due giovani studenti che si amano di un amore intenso, totalizzante, ebbro - appunto. Cercano l’uno nell’altra il porto sicuro, la casa, la certezza, e se per Rodione Marichka è la certezza definitiva, l’amore della vita, questa sicurezza scema un po’ alla volta in Marichka, che si rende conto di avere vicina una persona che spesso è assente, che sì la adora, ma anche la trascura e le è distante. La fantasia è il tratto caratteristico di questo romanzo, che ci parla con il linguaggio di favole fantastiche perché favolosa, quasi utopica, è per Rodione la fortuna di avere Marichka accanto a sé. Marichka arriva ad essere una figura idealizzata, mitologica, pur non perdendo mai i suoi tratti umani. E sullo sfondo di un lockdown reale di cui abbiamo fresca memoria e che allo stesso tempo diventa un mitologico morbo di Pan, prendono vita scene della quotidianità di questi due innamorati che si amano di un amore soprattutto fisico che inebria e ubriaca i sensi, che desiderano vivere insieme, che devono studiare per gli esami, che con gli amici si perdono nell’alcol e in discorsi idealistici ed estremi. Notevoli sono gli esperimenti linguistici e creativi dell’autore, tanto che il libro ci inebria di colori e di immagini, ci stupisce per la fantasia, ci fa ridere e sorridere. L’ironia e il tono burlesco non mancano mai, anche quando ormai Rodione percepisce l’avvicinarsi della fine.