
È inverno a Skogli e la neve ha già conquistato qualsiasi orizzonte. Dan Kaspersen sta partecipando al funerale del fratello minore Jakob, ma non riesce a rimanere fino alla fine. Non può credere che il fratello sia morto. Dan e Jakob hanno perso i genitori vent’anni prima, quando erano solo ragazzi e si sono cresciuti a vicenda, nella grande casa di famiglia, Bergaust. Dan è appena uscito di prigione ed era tornato a Skogli in anticipo per sorprendere il fratello, ma non ha fatto in tempo. Suicidio, gli dicono, ma non ci crede. Lasciata la funzione, inizia a guidare verso casa. Ad aspettarlo ci sono i maiali del fratello, affamati da qualche giorno. Dan non può avere cura di loro, anche perché il suo obiettivo è vendere Bergaust e partire. Ricominciare da zero. Con ancora addosso il vestito buono che aveva messo per il funerale, inizia a macellarli. Sangue e sudore si mescolano sulle mani di Dan e sui suoi vestiti, fino a quando sente arrivare una macchina. È lo sceriffo Markus Grude, colui che ha dovuto incriminarlo, ma che nutre un affetto sincero nei confronti di Dan. Grude gli dice che durante la sua prigionia Jakob è stato fidanzato con una donna, che si erano separati da poco e che non ha lasciato alcun biglietto di addio. Il giorno dopo Dan riceve una nuova visita e questa volta è l’ispettore Rasmussen: il vecchio Oscar Thrane la sera prima è stato selvaggiamente picchiato in casa sua e adesso si trova in fin di vita. La polizia non crede sia un caso che la vittima sia il nonno di Kristian Thrane, colui che aveva organizzato il traffico di droga e che aveva incastrato Dan. Sospettano un attacco per vendetta da parte dell’ex galeotto, che sembra non avere un alibi per la sera prima, quando ha lasciato il funerale in anticipo...
Conosciamo già Levi Henriksen grazie al successo di Norwegian blues e Il lungo inverno di Dan Kaspersen è il secondo libro dell’autore tradotto in italiano, benché la stesura sia del 2004. Le vicende di questo romanzo sono ambientate tra la cittadina nativa di Henriksen, Kongsvinger, e le campagne circostanti, per questo i personaggi e gli ambienti sono descritti in modo intimo e personale. È presente anche qui il tema della musica e dei canti religiosi, questa volta come eco del passato di Dan (suo padre era un predicatore e lui e suo fratello frequentavano la chiesa), ma anche come invocazione e preghiera nei momenti di buio. La storia di Dan Kaspersen è una storia di sofferenza, di ricerca della propria strada e di un posto da chiamare casa: senza il fratello, senza una famiglia a cui fare ritorno, Dan sente di non avere rifugio. Lui non chiama mai “casa” il posto dove abita, ma Bergaust, come se fosse un luogo di passaggio, un luogo in cui fermarsi un po’, fare il punto della situazione e capire cosa fare dopo. È inverno intorno a Kongsvinger, ed è inverno nel cuore di Dan. Lui e la neve sembrano la stessa cosa: immobili, placidi, incapaci di sciogliersi. Ma nel gelo dei sentimenti, qualcosa piano piano si scalda: Dan Kaspersen inizia a rifiorire non appena incontra la giovane Mona e suo figlio. Lei porta calore in un inverno che sembra non avere fine. E allora Dan adesso può scegliere chi essere: può decidere di farsi incendiare dal tocco della mano di lei o continuare e essere neve; può scegliere se, a trentasette anni e dopo essere stato in prigione, vale la pena aprirsi a nuovi sentimenti. Può scegliere se scappare o aspettare che l’inverno passi e magari sotto la neve scoprire i risvolti che ancora non riesce a comprendere della morte del fratello.