
Una giovane rana abita in uno stagno dove ha tante amiche ranocchie, ma non è contenta e non si sente appagata perché in quello stagno non succede mai niente di nuovo e lei si annoia. Quando scopre i social network e si iscrive a Facebook, i suoi amici aumentano a dismisura e lei passa le giornate ad inviare messaggi e a raccontare a tutti ciò che le capita. Inoltre Facebook le permette di avere non solo amiche rane e rospi, ma anche pesci, passeri, addirittura un topolino. Visto che la rana è appassionata di magia, quando nello stagno in cui vive passa una volpe indovina, la rana fa di tutto per incontrarla e conoscere da lei il suo futuro. La volpe le presta attenzione, la riempie di complimenti e indovina con precisione tanti avvenimenti della vita passata dalla giovane rana nello stagno. Quando le predice un futuro ricco di successi e ricchezza, la giovane rana è così contenta che decide di ricompensare la volpe, donandole tutti i suoi beni - tanto lei diventerà ricca! Ma i giorni passano senza che le succeda nulla di quanto previsto dalla volpe...
A questo punto della storia, Christian Stocchi chiede ai suoi studenti cosa pensano sia successo e solo quando loro intuiscono che i social hanno una funzione determinante nella storia, prosegue con il finale: dopo un anno, la rana, che non si è affatto arricchita, appresa la lezione, scrive ai suoi amici: «se incontrate una volpe indovina, chiedetele del vostro passato, ma non del futuro, perché questo non è ancora scritto sul diario di Facebook!». Alla fine, la rana comprende quindi che le relazioni nel mondo reale non corrispondono affatto a quelle del mondo digitale: la morale associata alla favola, trovata e costruita insieme ai bambini, permette di ragionare con loro, rendendoli protagonisti della narrazione. La favola come strumento eterno per parlare ai bambini e strumento prezioso nell’introdurre al mondo digitale. Nelle centinaia di incontri nelle scuole, l’obiettivo dell’autore è quello di favorire un’educazione integrale al digitale, che sappia affrontare i delicati temi che vanno dal cyberbullismo alle dipendenze, dalle solitudini e le ansie sociali che derivano dalla rete ai comportamenti compulsivi, dalla tutela della privacy ai linguaggi utilizzati nei social. Un libro rivolto ai nati prima del 1985, i cosiddetti immigrati (o immigranti) digitali: genitori, educatori, insegnanti dei “nativi digitali”, adulti che hanno il compito di presidiare questo luogo di cui di cui i bambini sono competenti, ma spesso non consapevoli. Consapevolezza è proprio la parola d’ordine: educare (ed educarsi) ad un uso consapevole degli strumenti digitali e del web, usandoli come un’opportunità supplementare, non sostitutiva della vita reale. Fissare delle regole, esercitare il proprio ruolo di controllo sono i compiti di un adulto che educa però attraverso l’esempio e il confronto costante. Christian Stocchi è giornalista e docente universitario, autore, tra gli altri, di Favole in wi-fi, libro rivolto a bambini da 9 anni in su, pubblicato in formato cartaceo. Il lupo furbo e il cavallino bullo è uscito nei due formati: cartaceo e ebook, come da norma. Ma d’altra parte, lo stesso autore ci informa che, sul web, noi non leggiamo, ma scansioniamo i testi: la lettura su schermo è caratterizzata da un approccio più superficiale e una maggiore difficoltà di memorizzazione. Inoltre, sia le tendenze segnalate dagli editori che gli stessi bambini con cui lo Stocchi si è confrontato in aula confermano che i libri cartacei sono di gran lunga più graditi. Per questo si consiglia la versione tradizionale anche di questo saggio, che permette di leggere e sottolineare a matita i passaggi che più interessano il lettore.