
Barbara Giustini, bellissima e ambiziosa aspirante chirurgo, decide di compiere il suo ultimo anno di specializzazione presso un Istituto oncologico noto tanto per le strutture tecnologiche molto avanzate quanto per l’elevato riconoscimento e la fama indiscussa che ne contraddistingue il personale medico. Fin da subito entra a far parte attiva dell’equipe medica che opera all’interno del reparto di Senologia diretto dal professor Stefano Solda. L’atmosfera dell’ambiente la risucchia a poco a poco, esponendola alle più inattese suggestioni: dalle vicende umane di alcune pazienti – tra cui una deliziosa ragazza di ventisette anni a nome Giulia e Rosa, una madre di tre figli adottivi abbandonata dal marito - a quelle professionali dei nuovi colleghi; ma anche ai risvolti più intimi di questi ultimi, al coinvolgimento umano incarnato con amabile e genuina dedizione da Anna Bianchi, responsabile della comunicazione scientifica e vera e propria coscienza critica dell’intero staff. Saranno le esperienze vissute nell’Istituto, il contatto quotidiano con la malattia, il dolore, lo smarrimento di chi si arrende alla disperazione e il coraggio di chi si aggrappa invece alla speranza, l’inevitabile senso d’impotenza dinanzi alla morte, l’ostinazione di chi invoca fiducia nella scienza e di chi non rinnega nemmeno possibili cure alternative, il corteggiamento, l’affetto e la solidarietà dei colleghi e perfino l’amore a scavare dentro di lei solchi profondi e a renderla di giorno in giorno a sua volta sempre più diversa…
Il lettore che ha imparato a conoscere MariaGiovanna Luini – medico e comunicatore scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano – anche attraverso le sue opere narrative, sa bene che la scrittura rappresenta per lei uno strumento altrettanto possibile d’intervenire e tentare di rimuovere il male che s’insinua negli ingranaggi umani, impedendo al flusso vitale di tornare a scorrere liberamente. In qualche modo anche su carta la Luini è un chirurgo che osserva e ritrae gli effetti prodotti dal cancro da una prospettiva letteraria capace di evocare la condizione con cui ciascuna persona - sia essa medico o paziente - reagisce dinanzi a un tumore. A impressionare davvero non è, infatti, il ritmo narrativo con cui l’autrice ci conduce tra ambulatori, studi medici e sale operatorie; ma la carica dirompente di una riflessione franca sui temi del rapporto con la malattia e la morte, l’amore e la vita, nonché l’efficacia espressiva con cui tutto ciò viene trasferito sulla pagina. Dalle vicende qui narrate la scrittrice lascia trapelare l’irrequietezza amara di chi è chiamato a presidiare quel fronte di lotta contro le aggressioni di un male duro da vincere, il senso di sconfitta che talvolta ne pervade l’animo come la sola inadeguatezza al cui cospetto non c’è consolazione. Per questo la scrittura di MariaGiovanna Luini resta essenzialmente un’emozione fondamentale, un’insuperabile e coinvolgente malinconia.
Il lettore che ha imparato a conoscere MariaGiovanna Luini – medico e comunicatore scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano – anche attraverso le sue opere narrative, sa bene che la scrittura rappresenta per lei uno strumento altrettanto possibile d’intervenire e tentare di rimuovere il male che s’insinua negli ingranaggi umani, impedendo al flusso vitale di tornare a scorrere liberamente. In qualche modo anche su carta la Luini è un chirurgo che osserva e ritrae gli effetti prodotti dal cancro da una prospettiva letteraria capace di evocare la condizione con cui ciascuna persona - sia essa medico o paziente - reagisce dinanzi a un tumore. A impressionare davvero non è, infatti, il ritmo narrativo con cui l’autrice ci conduce tra ambulatori, studi medici e sale operatorie; ma la carica dirompente di una riflessione franca sui temi del rapporto con la malattia e la morte, l’amore e la vita, nonché l’efficacia espressiva con cui tutto ciò viene trasferito sulla pagina. Dalle vicende qui narrate la scrittrice lascia trapelare l’irrequietezza amara di chi è chiamato a presidiare quel fronte di lotta contro le aggressioni di un male duro da vincere, il senso di sconfitta che talvolta ne pervade l’animo come la sola inadeguatezza al cui cospetto non c’è consolazione. Per questo la scrittura di MariaGiovanna Luini resta essenzialmente un’emozione fondamentale, un’insuperabile e coinvolgente malinconia.