
Ne Il matrimonio di Chani Kaufman, Eve Harris, scrittrice inglese classe 1973, racconta un mondo che non conosciamo, distante anni luce dalla nostra vita quotidiana: quello della società ebraica ultraortodossa, con i propri riti, le proprie consuetudini, i tabù da non infrangere. Ma con la carica, quella dei più giovani, di affrancarsi dalle regole che vincolano in maniera ineluttabile il proprio destino. C’è chi passivamente le accetta, chi le sopporta per amore, chi ha fatto tante esperienze in giro per il mondo e poi ha trovato la stabilità proprio all’interno di questo microcosmo così articolato e complesso. E c’è chi decide che è il momento di andare via, di lasciarsi alle spalle una vita che non appartiene più propri sogni e alle proprie necessità, che sceglie da che parte stare finalmente: dalla parte dei desideri, che – come scriveva Baricco in un celebre passo di Oceano mare – sono l’unica cosa che ci salva realmente. Il matrimonio di Chani Kaufman è un romanzo straordinario, che ci fa restare incollati pagina dopo pagina, in cui le vite di Chani e Baruch incrociano quelle di molti altri personaggi che il lettore amerà, che sentirà – ad un certo punto – come membri della propria famiglia e della propria vita. Ci si affeziona alla Londra di Chani e Baruch, ci si affeziona alla comunità ebraica. E, quando la storia finisce, si vorrebbe che Chani e Baruch, Rivka e tutti gli altri membri della comunità fossero nostri amici, per continuare a sapere come vada la loro vita: non è questo uno dei risultati a cui qualunque narratore vorrebbe aspirare?