
Quando nasce, Michele lascia tutti di stucco: la sua pelle è ricoperta di macchie nere (ne ha una persino in un occhio) e la più evidente, grandissima, gli copre collo, spalle, braccio sinistro e schiena. Una specie di mantello magico, come quello che possiedono i supereroi, ed infatti il primo medico che glielo diagnostica lo definisce appunto “neo a mantellina”. Il bambino dovrà subire diversi interventi per togliere questo neo, fin da piccolissimo e con una certa urgenza; inizia così per lui una lunga serie di viaggi, consulti, ospedali, costantemente accompagnato dai suoi genitori. Michele non perde mai il sorriso, nonostante le difficoltà e i lunghi periodi costretto a rimanere in ospedale; durante le operazioni, i medici prelevano sottili strati di pelle bianca dal suo corpo e li attaccano sulla parte coperta dal mantello secondo la tecnica del “taglia e incolla”, e poi passano all’innovativa tecnica dei palloncini, ossia all’utilizzo di espansori che vengono infilati sotto la pelle e gonfiati a poco a poco, così la pelle si espande lentamente e quella nuova che si crea copre la parte dove viene tolto il neo. Finché è un bambino, ogni cosa viene vissuta come una nuova scoperta; i riti precedenti ad ogni operazione, come il pranzo al ristorante coi genitori o il lavaggio meticoloso, possono trasformarsi in esperienze positive e la famiglia si unisce ancora di più fino a capirsi anche senza parlare; i nonni e lo zio Enrico, oltre ad una serie di amici speciali, costituiscono una presenza indispensabile e preziosa. Ma più Michele cresce e più il disagio inizia a serpeggiare anche dentro di lui; il mantello non ha alcun superpotere, i compagni di scuola lo guardano incuriositi ma anche in maniera dispregiativa, fare sport (adora giocare a basket) è sempre più complicato, ogni intervento diventa sempre più inaccettabile ed il ragazzo inizia a chiudersi in se stesso...
Il mio segno particolare è una storia vera, la storia del protagonista, nato a Cosenza nel 1984 con un corpo che sembra una cartina geografica. Diventato scrittore, inizia a girare nelle scuole e a parlare con i bambini e proprio da una loro richiesta nasce questo libro. Il linguaggio mantiene ironia e leggerezza anche nelle descrizioni dei momenti più intensi della vita del protagonista, godibile da lettori a partire dai nove/dieci anni; nel libro vengono presentate le diverse figure professionali che il bambino incontra, in particolare modo due medici, il dottor Sandoli e il dottor Azzolini, che dimostrano professionalità ma anche umanità nei suoi confronti. Una storia che assume un significato universale, partendo da una situazione personale, perché ognuno di noi, in fondo, ha dei segni particolari e saperli riconoscere ed accettare significa riconoscere la nostra unicità e crescere più forti. Michele D’Ignazio ha pubblicato diversi libri, editi tutti da Rizzoli.