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Il mondo di Roy

Il mondo di Roy

Il piccolo Roy ha cinque anni quando viene lasciato a Chicago in compagnia della nonna, mentre la madre se ne va ad Acapulco con il suo nuovo fidanzato. Quando la madre torna Roy non le dice che è arrabbiato con lei, ma le chiede notizie del suo fidanzato. La donna gli risponde che quel tipo è meglio dimenticarlo in fretta... Quando Roy ha sette anni, il padre lo porta con sé in un viaggio in macchina da Miami a New Orleans per andare a trovare un vecchio amico, “uno che conviene conoscere” ... A scuola, Roy viene richiamato dalla maestra, che gli dice di restare in aula mentre lei porta il resto della classe in cortile. Il ragazzo ne approfitta per uscire dalla scuola e tornare a casa. Quando la scuola chiama la madre per avvisarla, la donna non sembra particolarmente scossa... Quando Roy ha sette anni, il padre lo porta a vedere un film al cinema ma poi se ne va, dicendo al figlio che deve occuparsi di una cosa e che tornerà prima della fine. In effetti il padre non arriva più e così Roy si riguarda tutto il film dall’inizio, senza alzarsi nemmeno per andare in bagno, per la paura che il padre possa arrivare proprio mentre lui si è temporaneamente allontanato... In una piovosa domenica pomeriggio di fine autunno, Roy torna a casa esausto dopo una partita di football particolarmente dura. È stanco morto e non vede l’ora di stendersi sul suo letto, che però è occupato da Tibor, il nuovo fidanzato di sua madre... Roy viene espulso da scuola per aver risposto male alla sua maestra dopo l’ennesima entrata in ritardo e se ne va a un takeaway a prendere un po’ di patatine. Mentre aspetta di essere servito, apprende dalla radio che i corpi delle sorelle Grimes sono stati ritrovati nella riserva naturale...

Il mondo di Roy raccoglie tutti i racconti scritti da Barry Gifford nell’arco di una vita e che vedono come protagonista Roy, una palese proiezione autobiografica dello scrittore. Come detto dallo stesso Gifford nella Nota iniziale, questi racconti si basano infatti su eventi in parte reali e in parte immaginati, ma che in ogni caso “si avvicinano più a un’autobiografia che a qualsiasi altra forma letteraria”. Appare evidente come Roy si trovi a vivere nello stesso ambiente e nello stesso contesto di Gifford e come scrittore e personaggio condividano le medesime esperienze. È anche vero che, leggendo in sequenza tutti i racconti, capiti di trovare alcune incongruenze, ad esempio per quello che riguarda le vicende sentimentali della madre di Roy, il numero dei suoi matrimoni e la sequenza esatta dei vari fidanzati. Del resto siamo pur sempre davanti a un’opera di finzione e non a un resoconto documentaristico, e trattandosi di un lavoro che come detto abbraccia un arco di tempo molto ampio alcune piccole variazioni da un racconto all’altro sono del tutto giustificabili. Quello che più conta è la capacità di Gifford di costruire, o meglio di rievocare, un intero mondo, di farcelo percepire in tutta la sua vividezza, costruendo una carrellata di personaggi indimenticabili che si affacciano per un breve attimo sul palcoscenico principale, raccontano la loro storia e poi si ritirano nelle retrovie, magari per ritornare di lì a poco con un nome leggermente diverso o con alcuni tratti modificati. Un mondo che nasce senza dubbio dalla fantasia e dall’inventiva di Gifford ma che rispecchia da vicino il mondo reale, l’America degli anni Quaranta dove Roy (e Gifford) muovevano i loro primi passi. Come detto dallo stesso Gifford a commento del film-documentario tratto da questi racconti: “Quel tempo e quei luoghi abitati da Roy possono essere scomparsi, ma a me è stato lasciato il compito di salvare (per dirla con Jung) i ricordi, i sogni e le riflessioni”. Un’operazione di salvataggio che Gifford conduce con grande mestiere, regalandoci un libro che si lascia leggere tutto in un fiato.