
Nel 1895, in un paesino irlandese, Micheal Clearly diede fuoco a sua moglie sostenendo che la donna, in realtà, era un changeling: una fata che dopo aver rapito qualcuno ne assume le sembianze. L’esistenza di queste creature mitologiche era così radicata nella cultura del luogo che Micheal Clearly riuscì a convincere i familiari della moglie ad aiutarlo a scacciare la creatura dal suo corpo, legandola al letto e costringendola a bere intrugli sotto la minaccia di un attizzatoio incandescente. L’uxoricida probabilmente soffriva di un disturbo mentale o la storia del changeling era solo una scusa per disfarsi di una donna indipendente, intelligente e volitiva, sulla quale non riusciva ad affermare la propria autorità. Fatto sta che la mitologia brulica di spose fatate che nascondono un aspetto mostruoso o un cuore di ghiaccio ma che, al contempo, dimostrano di non voler cedere la propria autonomia agli uomini, dalle selkie norrene alle mabinogion gallesi. La vicenda della famiglia Clearly è solo un esempio in cui finzione e realtà si influenzano reciprocamente plasmando e alimentando i modelli imposti dal patriarcato. E così le donne diventano mostruose se provano a riappropriarsi del proprio corpo, della propria sessualità e capacità riproduttiva o quando spezzano la promessa, fatta dal patriarcato a ogni uomo, di esercitare potere e controllo assoluto su almeno una donna. I mostri, però, non vengono confinati in gabbie solo per impedire che facciano razzia di ciò che non spetta loro (il potere, in questo caso) ma anche per difendere il mondo da essi. Da dove nasce l’ancestrale paura degli uomini nei confronti delle donne e cosa succederebbe se queste abbracciassero il mostruoso che è in loro?
Jude Ellison Sady Doyle dichiara di aver scritto un libro tenebroso e violento, perché violenta è la realtà con cui le donne devono confrontarsi ogni giorno. La sua brillante disamina rintraccia le storie utilizzate dal patriarcato per contenere o celare il potere femminile, demonizzandolo. Fa riferimento a personaggi della mitologia e della letteratura - da Clitemnestra alla divinità greca Cibele, dalla vampira di Bram Stocker a Rebecca di Daphne du Maurier – ma anche alle figure femminili di popolari film horror – Sidney di Scream, Laura Palmer de I segreti di Twin Peaks, etc. Un viaggio orrorifico in cui fatti di cronaca, film, serie tv, documentari, miti e leggende, si articolano in tre sezioni: “Figlie”, “Mogli” e “Madri”. Sono questi, infatti, gli unici ruoli che le donne possono ricoprire in una società patriarcale, pena la trasformazione in creature aliene destinate a soccombere. Nonostante la serietà dei temi trattati e la vastità della bibliografia - frutto di anni di studi sul femminismo e sulle questioni di genere – Il mostruoso femminile è avvincente come un romanzo, grazie alla penna elegante, affilata e ironica dell’autrice. Un saggio, pubblicato dalla casa editrice Tlon, dal profondo spirito filosofico: non intende dare risposte sull’origine del patriarcato o sulla natura femminile, ma fare sorgere nuove domande, per osservare i prodotti della cultura pop con allenato spirito critico.