
Una creatura che si alimenta di desideri, speranze e amorevoli sentimenti osserva luoghi e paesaggi consueti, vissuti nei fasti e nefasti dell’esistenza per assecondare appieno il volo dei ricordi e fermare la mente su sommesse riflessioni da condividere con il lettore: “Si elemosina/ di portone in portone/ un sorriso di vita, / dopo anni d’abbondanza/ a riempire i polmoni/ per un fiato di cerbottana/ oro, fra le sterpaglie/ segrete.” Sensibile agli effetti di un senso impalpabile che circonfonde il mistero oscuro dell’essere e del non essere, si costringe a inventare strategie di sopravvivenza e relazioni di ipotetica contaminazione positiva con chi ci sta accanto: “Siediti e racconta. / Se ti sembro distratta/ non farci caso, è solo un’ombra. / Mi conforta questo parlare vuoto e / la certezza che nulla accadrà/ infranta sull’onda della teina mutante, / sorso dopo sorso. / Si sta insieme per perpetrare/ la spinta che non si riesce ad arrestare”…