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Il palazzo degli specchi

Il palazzo degli specchi

1885. La nave sampan, risalendo il golfo del Bengala lungo l’Irrawaddy, giunge a Mandalay, capitale della Birmania in cui risiede il re Thebaw, confinato all’interno del celebre palazzo degli specchi. Rajkumar, giovane indiano membro della truppa, decide di lasciare l’imbarcazione sulla quale tragitta da tempo e iniziare una nuova avventura lavorando come cameriere in un chiosco di vivande nei pressi del porto. Purtroppo il ragazzo non ha tenuto conto che proprio negli stessi giorni un conflitto tra Birmania e Inghilterra, a causa di un carico di tek, presto si trasformerà in guerra e – inutile dirlo – il regno birmano avrà la peggio. Così – mentre tutto il paese è in rivolta e il popolo si appresta a saccheggiare senza pietà il palazzo degli specchi, simbolo della vecchia monarchia – Rajkumar seguendo la folla si imbatte nella giovane Dolly, aiutante della regina che seguirà il destino della famiglia reale esiliata nella città di Ratnagiri, ignota provincia marittima dell’India occidentale. Rajkumar è ora senza lavoro, abbandonato in un paese in cui il colonialismo inglese sta trasformando il tessuto sociale e innamorato di una ragazza a migliaia di chilometri di distanza: come farà a sopravvivere a tutto ciò e rincontrarla?

Se la penna di Amitav Ghosh in Mare di papaveri ci ha stregati con vicende riguardanti l’imperialismo inglese in India e la guerra dell’oppio, Il palazzo degli specchi rappresenta il suo contraltare per ciò che riguarda il commercio del pregiato tek birmano, anch’esso soggetto all’egemonia dei colonialisti europei. Ma il testo non è sorretto solamente dalle vicende storiche che portarono la Birmania alla perdita dell’indipendenza, è anzi prevalentemente basato sugli avvenimenti dei suoi protagonisti Rajkumar e Dolly e i numerosi intrecci dovuti al destino delle loro famiglie. Con un occhio alla cartina ad inizio volume – pena il rischio di perderci – seguiamo il peregrinare dei personaggi tra cittadine Birmane, Indiane e Malesi, avvinti dall’ineluttabile piega degli eventi e immersi in un profondo confronto tra oriente ed occidente, tra potenze colonizzatrici e popoli oppressi. Seguendo Ghosh all’interno di un crescendo narrativo che rapisce il lettore, ripercorriamo in poco più di seicento pagine quasi cento anni di storia, che sono “costati” al narratore ben cinque anni di stesure…