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Il pescatore di Lenin

Il pescatore di Lenin

Capri, 1908. Il traghetto “Principessa Mafalda”, condotto dal capitano Cafiero, si avvicina all’isola. Equipaggio e passeggeri sono sferzati da un terribile temporale, che non permette al natante di avventurarsi fino all’approdo: sono necessarie barche più piccole per trasbordare i passeggeri bagnati e infreddoliti. Tra i tanti che salgono sulle scialuppe arrivate da terra, c’è “un uomo sui quarant’anni, piccolo di statura, baffi a pizzetto appena accennato, magro, un volto vagamente esotico, camicia bianca chiusa con un cordone abbellito da nappine e la bombetta in capo”: è Vladimir Lenin, capo indiscusso del Partito Comunista e futuro comandante della Rivoluzione d’Ottobre. Si trova a Capri perché sull’isola alcuni dissidenti invisi allo zar hanno fondato una Scuola per formare i futuri dirigenti dello Stato comunista, ma soprattutto, dopo mesi di continua fuga, ha bisogno di riposo. Lenin smonta dalla barca e si avvia lungo un viottolo in salita; la pioggia continua a grondare dal cielo. D’improvviso si para di fronte a lui un pescatore sui quarant’anni, con un cappello frigio in testa, la barba non curata, il volto cotto dal sole e gli avambracci muscolosi: a Capri è conosciuto come Anto’ ‘o muto. Quando l’uomo si porta una mano dietro la schiena, Lenin ha paura di aver incrociato un malintenzionato, ma Anto non intende attentare alla sua vita: in mano tiene un totano nero alto quanto mezzo uomo, un regalo di benvenuto per il nuovo arrivato. Anto lo conosce e da anarchico ha la speranza che l’isola si sollevi al comando del celebre russo...

Lorenzo Beccati, autore di programmi televisivi di culto come Drive in, Paperissima e Striscia la notizia, ha all’attivo anche un lunga carriera da romanziere e saggista, di cui Il pescatore di Lenin è solo l’ultimo tassello. La Capri di Beccati oscilla tra due estremi: la pioggia battente e il sole a picco, lo sfarzo dei russi e la povertà degli isolani, la conservativa vita del popolo e l’incedere incessante della Storia simboleggiato dal nascente movimento comunista russo. I due protagonisti del romanzo, Vladimir Lenin e Anto ‘o muto, si inscrivono in questo gioco di opposizioni: pacato ma implacabile, desideroso di riposo ma con una missione da espletare il primo, irruento e fumantino, accecato dall’ideologia anarchica il secondo. Il rapporto che si sviluppa tra i due è da subito contraddistinto da un’ambiguità di fondo: se Lenin vede in Anto la persona adatta per scoprire tutti i tesori nascosti dell’isola, il pescatore pensa al leader russo come alla persona giusta per innescare la rivoluzione a Capri. Di fronte alla prolungata inattività del celebre comunista, Anto inizia a nutrire dubbi sulle reali capacità di Lenin e dei suoi accoliti. Il romanzo è in fondo proprio questo: la contrapposizione tra un mondo di semplice gente che si divide in passivi fautori dello status quo e sostenitori di un repentino e violento ribaltamento della società, e un altro fatto di intellettuali dissidenti che calibrano con attenzione le loro mosse, intessendo oscure trame politiche in un vasto gioco di potere.