
A ventiquattro anni, Feynman tiene la sua prima conferenza ufficiale di fronte a professori della statura di von Neumann, Pauli, Einstein. Non appena inizia a parlare, il nervosismo incredibilmente svanisce: quando parla di fisica, Feynman pensa soltanto alla fisica. È per questo motivo che, a Los Alamos, il famoso Niels Bohr si confronta con lui prima che con gli altri: è l’unico a rispondere “Non può funzionare”, e non soltanto “Sì dottor Bohr”. Per lo stesso motivo Feynman non sa se sia in grado di insegnare, poiché troppo poco concentrato sugli ascoltatori. Eppure, questo tipo di immersione nella disciplina gli permette di mantenere quel rigore, che non esita a definire morale, e quell’onestà necessaria alla scienza. Si tratta di riuscire a vivere nel dubbio, ricercando prima di tutto i possibili errori, i punti oscuri, i lati ignoti di ogni questione, anche contro ogni interesse personale. L’atteggiamento scientifico è opposto – anche se non contraddittorio – rispetto a quello religioso: si ricerca la verità proprio perché non la si possiede. Con questa ferrea disciplina non vanno d’accordo le scienze sociali e la pedagogia, che imitano superficialmente qualche pratica scientifica in situazioni troppo complesse e mai replicabili. Data questa disciplina ferrea, diventa però possibile far fruttare l’intelligenza e l’immaginazione negli ambiti più vari: come si può realisticamente pensare a un calcolatore, che contenga ogni bit di informazione in un hardware di una manciata di atomi? Quanti millimetri quadrati sarebbero sufficienti a contenere ogni libro mai scritto dall’uomo, se costruissimo attrezzi in miniatura, con cui costruire altri attrezzi in miniatura e così via, fino a manovrare i singoli atomi? D’altro canto, nessun rigore scientifico ha rivelato agli scienziati di Los Alamos se fosse giusto continuare, scampato il pericolo nazista, gli studi sulla bomba atomica...
Ne Il piacere di scoprire vengono raccolte tredici tra conferenze e interviste di Richard Feynman, prodotte in un arco temporale ampio, tra gli anni ’60 e gli ’80, con un’intervista rimasta inedita prima di questa pubblicazione. Feynman fu fisico teorico, premio Nobel per l’elettrodinamica quantistica, ma anche grande divulgatore, insegnante e scienziato nel più ampio dei sensi; capace di dare indicazioni sulle guarnizioni di gomma dello Space Shuttle a tecnici e ingegneri aerospaziali. La natura degli argomenti trattati in queste pagine è varia: da racconti aneddotici e autobiografici, a conferenze tenute per gli insegnanti di scienze, fino alle ipotesi visionarie della nanotecnologia. E difatti ciò che questo volume propone non è qualche nozione o concetto di fisica teorica, né una varietà di saggi su argomenti dispersi; ma la testimonianza dei metodi, i meccanismi, gli aspetti quasi ascetici e quelli buffoneschi di un’intelligenza vivacissima, applicata all’uso militare della fissione nucleare come alla riparazione di calcolatrici, allo scassinamento di casseforti come ai calcoli più ardui. Una lettura, insomma, che offre affascinanti scorci di storia della scienza insieme ad aneddoti personali, cercando di seguire i ragionamenti, impegnativi e stimolanti, di un amante della scoperta.