
Il poeta dell’aria nell’aria scriverà i suoi versi. Nell’incessante metamorfosi dell’aria, tra le vie della città, vivrà in profondo le parole scritte come respiri. Parole che scendono e risalgono in nuova forma. Parole Chiaroscure. Il poeta dell’aria è Volatore. Sta sul cornicione di marmo, di fronte a una distesa di tetti blu sotto una luna di vetro. Sta e osserva con attenzione tutto ciò che si muove tra le pieghe del visibile: vento, musica e colori. Volatore con altri Volatori: sono lo Stormo, staccato dalla forza di gravità, lo sguardo sottile come “un filo di vento”. Lo Stormo grida, refoli nelle orecchie di cartilagine di chi ignaro cammina per le strade della città. Non ha nome, non più, chi racconta la storia e le storie, un giorno allievo nella casa dell’Anfibio, creatura a metà tra la terra e il cielo, teso verso il volo e la poesia del volo ma non ancora libero dalla forza di gravità. L’Anfibio gli insegna, gli mostra la direzione, e quando pensa sia giunto il momento, scompare. Nel vento, in trentatré giorni, Il Volatore (scrivendo nel quaderno, infrangendo il giuramento di non fissare nulla, nessuna parola) canta la trama dei voli insieme ai compagni Malva, Ulu, Zuzù e Oboe, “librandosi, volteggiando, planando, virando, roteando, fluttuando” e così mostrando la trama della città e del paesaggio dell’aria. Metamorfosi e permeabilità: attraverso l’invisibile si mostra la meraviglia del visibile, da un punto si crea vento, che è musica, che è colore, che è Silenzio…
Sono trentatré racconti brevi, o brevi saggi, o romanzi incompiuti e persi nel vento, o nulla di tutto questo: Il poeta dell’aria è un attento scrutare, un andare a fondo o immergersi nelle parole come nella pagina. Si affonda nella pagina e si dà il paesaggio dell’aria. Può essere una riga-istante, una parola, uno spazio bianco o il tempo di un volo. Staccarsi dalla forza di gravità, e lasciarsi travolgere. I versi nell’aria sono vivi nell’Attenzione, tesi al Silenzio. Scrittura semplice e terribile, capace davvero di affondare nel volo. Ché il cielo non è in alto, ma in profondo.
Sono trentatré racconti brevi, o brevi saggi, o romanzi incompiuti e persi nel vento, o nulla di tutto questo: Il poeta dell’aria è un attento scrutare, un andare a fondo o immergersi nelle parole come nella pagina. Si affonda nella pagina e si dà il paesaggio dell’aria. Può essere una riga-istante, una parola, uno spazio bianco o il tempo di un volo. Staccarsi dalla forza di gravità, e lasciarsi travolgere. I versi nell’aria sono vivi nell’Attenzione, tesi al Silenzio. Scrittura semplice e terribile, capace davvero di affondare nel volo. Ché il cielo non è in alto, ma in profondo.