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Il pugnale di vetro

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Philip Wardman è un giovane tranquillo che odia la violenza, al punto da non riuscire nemmeno a seguire alla televisione e sui giornali le notizie di cronaca che parlano di omicidi o fatti di sangue. Vive insieme alle due sorelle Cheryl e Fee e alla madre Christine, che dopo essere rimasta vedova ha iniziato a frequentare Gerard Arnham. Dovendosi recare da Arhnam per una cena e non sapendo cosa portare come regalo, la madre pensa bene di dargli la statua di Flora che hanno nel giardino. Arrivati a casa di Arnham vengono accolti con un certo stupore perché l’uomo in effetti aspettava a cena la sola Christine, ma dopo qualche attimo di imbarazzo la serata procede senza intoppi. Christine parla di come abbia intenzione di riprendere a fare la parrucchiera per aumentare un po’ le loro magre entrate, mentre Arnham espone il suo progetto di vendere la casa, cointestata con la sua ex-moglie, per comprare un’altra abitazione in una zona diversa della città. Pochi giorni dopo, Arnham si reca all’estero per un viaggio di lavoro: a casa di Christine arriva una cartolina da New York, ma per il resto il tempo passa senza che Arnham si faccia più sentire. Nel frattempo Philip scopre l’edificio in cui ha sede la società per la quale lavora Arnham e vede la macchina dell’uomo parcheggiata proprio davanti: questa è la prova che l’uomo è tornato e che non si è più fatto sentire con la madre. Philip pensa che a questo punto Arnham sarebbe in dovere di restituire la statua di Flora e si confida con la sorella Fee, impegnata nei preparativi per le sue nozze e costretta all’ultimo minuto a sostituire la sua damigella d’onore: in un primo momento aveva pensato infatti a Jenny, la fidanzata di Philip, ma visto che i due hanno rotto dovrà chiederlo a Senta, la cugina del suo promesso sposo Darren…

Con questo Il pugnale di vetro, da cui Claude Chabrol trasse nel 2004 il film La damigella d’onore, Ruth Rendell ci presenta una delle tante varianti del tema dell’amor fou. Quella tra Philip e Senta è infatti la storia di un innamoramento a prima vista che si consuma nel fuoco di una passione bruciante e ossessiva. Ben presto però quello che sembrava essere un idillio si trasforma in un incubo nel momento in cui Senta chiederà a Philip una terribile prova d’amore e ancor di più quando l’uomo verrà a conoscenza dell’orribile segreto che si cela nel passato della donna. La scrittura della Rendell è molto efficace nel tratteggiare i personaggi secondari, su cui spicca in particolare la figura di Christine, madre di Philip, e nel descrivere il progressivo scivolare del giovane all’interno di una vera e propria ossessione erotica. Meno efficace la caratterizzazione di Senta che in diversi passaggi sembra troppo sopra le righe, ma va detto che, in modo quasi paradossale vista la bravura della Rendell in quanto scrittrice di gialli, la cosa meno convincente del romanzo è proprio la trama. All’interno di una narrazione volutamente claustrofobica in quanto focalizzata sulle malsane dinamiche di coppia tra Philip e Senta non ci sono in effetti veri e propri colpi di scena e il finale, per quanto macabro, non rappresenta una autentica sorpresa per il lettore. Forse la necessità di tenere al centro della narrazione le vicende di Philip e Senta ha impedito all’autrice di dare il giusto spazio allo sviluppo della storia, fatto sta che nella produzione complessiva della Rendell questo non possa certo essere considerato come il romanzo più riuscito.