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Il quadro segreto di Leonardo

Il quadro segreto di Leonardo

È mezzanotte. Leonardo si trova sul ponte Elio e osserva lo scorrere del fiume Tevere sotto di sé, illuminato, oltre che dalle fiaccole di Castel Sant’Angelo, anche dalla luna piena. Respirando a pieni polmoni l’aria umida di Roma, l’artista si rende conto che c’è una quiete magnifica: si sente lo sciabordio del fiume contro la riva e, da lontano, arrivano le voci e le risate delle guardie del papa. A Leonardo piace molto osservare il cielo di notte e spesso salta giù dal letto ed esce all’aperto per rimirare le stelle. Stasera non è uscito solo per quello, ha un appuntamento con uno sconosciuto; poiché nessuno si è fatto vedere fino ad ora, tuttavia, Leonardo è quasi pentito di essersi recato in quel luogo. Forse, però, è meglio approfittare del momento e, senza pensarci due volte, mette sul naso una specie di maschera di cuoio che ha due dischi di vetro al posto degli occhi. Leonardo ha battezzato quell’invenzione “occhiali da vedere la Luna grande”: con quegli strani occhi, quello che si trova a cento passi pare trovarsi a dieci e la Luna si vede perfettamente e sembra fatta di acqua e sabbia. Tolti gli occhiali, guarda a sinistra, perché l’uomo che sta attendendo potrebbe arrivare anche dal Vaticano. Ma nessuno è in vista. Chiunque sia, il misterioso padre Allacci è sicuramente un ritardatario. Forse qualcuno vuole fargli uno scherzo, ma il biglietto che gli è stato recapitato, quello con il quale padre Allacci lo prega di recarsi da solo a mezzanotte al ponte Elio, lo ha davvero incuriosito e sarebbe un peccato se si trattasse solo di una sciocca beffa. All’improvviso ode dei passi e vede due uomini che arrivano di corsa, si fermano all’inizio del ponte, come se cercassero qualcosa, poi indietreggiano e spariscono nel buio. Nessuno dei due, quindi, pare essere padre Allacci. Forse è meglio tornarsene a casa, pensa uno sconsolato Leonardo giusto un attimo prima di sentire un urlo disperato rompere il silenzio...

Donne misteriose e bellissime, morti inquietanti e segreti ben riposti si rincorrono e si intrecciano tra le pagine del romanzo di Fabio Delizzos che, a cinquecento anni dalla morte di Leonardo da Vinci, dosa sapientemente elementi storici e fantasia per fornire una nuova chiave di lettura del quadro più noto dell’artista. Il più famoso genio di tutti i tempi veste, nel racconto di Delizzos, i panni dell’investigatore e, grazie alla sua innata curiosità e all’ingegno da sempre sua prerogativa precipua, deve far luce su un omicidio e sulla sparizione, da un monastero, di un’antichissima ampolla luminosa che contiene un olio potenzialmente miracoloso. Leonardo intuisce presto che tra i due crimini esiste un collegamento e, peggio ancora, realizza che anche la vita della donna di cui è innamorato, una donna speciale ed enigmatica, è in pericolo. Attraverso una corsa contro il tempo, durante la quale l’artista continuerà a sostenere con fermezza che la scienza è l’unica risposta ad ogni evento, anche ai più inspiegabili, Leonardo sarà coinvolto in una ricerca avventurosa che lo condurrà, tra inganni e ostacoli, riti magici e congiure di corte, tradimenti e inattese alleanze, alla soluzione del mistero e alla constatazione di quanta fragilità abiti l’uomo. Pericolo e morte sono sempre in agguato nel romanzo, che Delizzos ha costruito con una precisione, neanche a dirlo, leonardesca, mostrando al lettore l’uomo nascosto oltre la facciata della figura leggendaria e quasi mitica. Leonardo viene dipinto come una figura dall’indubbia intelligenza ma a volte indolente, un uomo innamorato e preoccupato, un artista che consente al lettore di condividere con lui gli attimi irripetibili in cui alcune delle sue opere più note prendono vita. Un intreccio avvincente che parla di avidità e di potere, ma anche di intuizione, arguzia, genialità e amore.